I cancelli per loro restano chiusi. Ma gli ex operai Fiat di Termini Imerese sono tornati davanti gli ingressi della fabbrica, anche se solo per un’assemblea. A preoccuparli è il destino della riconversione dello stabilimento, passato prima a Fca e poi riaperto due anni fa – dopo estenuanti trattative e mirabolanti progetti che poi si sono sempre più ridotti – dal gruppo Metec Stola.
Nei giorni scorsi Invitalia, la società del ministero dello Sviluppo economico incaricata di vagliare le offerte per il rilancio del polo produttivo, ha avviato le procedure per ottenere da Blutec la restituzione di 20 milioni, una quota dei finanziamenti pubblici destinati alla ripresa produttiva dello stabilimento ex Fiat.
L’ultimo incontro al Mise risale poi al 19 febbraio scorso. E lì si era appurato come il piano di rilancio industriale sarà ben poca cosa rispetto alle reali esigenze dei lavoratori rimasti fuori. Negli scorsi giorni, ad esempio, sono stati licenziati gli ultimi dipendenti dell’ex indotto Fiat. In tutto sono 120 su circa 700 ex Fiat, gli operai rientrati al lavoro da quando Blutec ha riaperto la fabbrica; circa 570 i lavoratori ex Fiat che stanno terminando o hanno terminato gli ammortizzatori sociali.
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