L’Agrigentino senza ferrovie come il territorio di Ragusa, come Gela. Tutta la Sicilia del Sud senza ferrovie europee. Da Gela a Capo d’Orlando, da Catania a Ragusa e a Gela, vecchie statali. L’aeroporto di Catania solo di secondo livello. Il porto di Catania nemmeno secondo livello. Questo in sintesi per la Sicilia il piano europeo per le infrastrutture sino al 2050, di cui si discute a Riga dal 22 al 23 giugno.
Lo scorso appuntamento è stato a Tallin dal 16 al 18 ottobre del 2013. Un mese dopo sono state approvate le reti europee di trasporto. Nel programma dei lavori 2013, gli italiani che partecipavano ai dibattiti erano Mario Dogliani, del ministero delle Infrastrutture; Lorenzo Forcieri, dal porto di La Spezia; Pasqualino Monti, presidente dell’Associazione dei porti italiani; Paolo Costa, direttore dell’autorità portuale di Venezia; Emanuele Grimaldi, amministratore delegato della Grimaldi Group. Da rilevare la presenza di Mauro Moretti, Ferrovie dello Stato.
Nel programma dei lavori 2015, secondo il programma scaricabile on line, è presente ancora Emanuele Grimaldi. Tra i relatori sono presenti i rappresentanti di porti europei, da Lisbona a Dunkerque, a Helsingborg: nessuno dalla Sicilia e dall’Italia. Secondo italiano tra i relatori, l’assessore alla Mobilità della provincia di Bolzano, Florian Mussner. La Regione Siciliana partecipa come spettatrice, dato che non è protagonista?
Oggi e domani dove sono il presidente Rosario Crocetta e i suoi assessori? La modifica del titolo V della Costituzione ha dato alle Regioni il potere. Piaccia o no sono le Regioni corresponsabili insieme al Governo, particolarmente quelle a statuto speciale. Violeta Bulc, commissaria europea ai Trasporti, ha invitato i ministri, i membri del parlamento europeo, e tutti quelli direttamente interessati, a Riga per discutere lo sviluppo della rete trans-europea dei trasporti. Con un focus speciale sui corridoi della rete Core, cioè della rete più importante, su come si stanno costruendo e su come si stanno finanziando.
La domanda è: quando il Sud? Vorremmo che il presidente Crocetta difendesse le ragioni della Sicilia. È evidente che in questi tempi così complessi ci si trova a discutere dialetticamente con il partito di origine e si è molto impegnati. Le infrastrutture non possono attendere, il tempo scorre, presto le reti verranno aggiornate. Si sente di tutto e di più, si legge di tutto e di più relativamente a valanghe di risorse per la Sicilia e per il Sud. A maggior ragione in questi giorni in cui Catania è stata sede del Convegno nazionale sulla mobilità sostenibile, che ha visto la partecipazione di membri del governo.
Intanto non è ancora chiaro se il viadotto dell’Himera verrà tutto abbattuto, e nemmeno quando e come verrà ripristinato il viadotto Italia. Due viadotti che hanno staccato la Sicilia Orientale da tutti. Bisogna subito presentare i progetti per le opere inserite nel piano già approvato, e gli studi di fattibilità per quelle non inserite ma che la Sicilia ritiene necessarie. Il presidente Crocetta, e gli assessori, quali ritengono centrali? Quali di secondo livello? Non con le parole, ma con gli studi di fattibilità pubblici, presentati ai cittadini e all’Ue. Il Governo quali progetti ferroviari ha presentato? L’aeroporto di Catania sarà sempre di secondo livello?
Confindustria e sindacati seguano il lavoro della Regione. Deputati e senatori controllino Anas e Fs-Rfi, chiedano conto al governo nazionale. La deputazione europea segua il piano Tent ma sia messa in grado di supportare le richieste non con parole ma con analisi quantitative rigorose.
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