«Noi siciliani sappiamo fare le cose bene con poco». Sta tutto qui il segreto di Eco-Hybrid Katane, il team di aspiranti ingegneri dell’Università di Catania che dal 29 maggio all’1 giugno volerà a Le Mans, in Francia, per partecipare a Shell Eco-marathon France 2018. «Quest’anno gareggeremo nella categoria Challenge con Etna Revo 2.0», spiega l’ingegnere Antonio Gurgone, team leader, che l’anno scorso ha presentato a Londra l’innovativa vettura in occasione della 33esima edizione dell’evento. «Teniamo tantissimo al nome – aggiunge – perché per noi il progetto va oltre la mera progettazione e realizzazione dell’auto. Quello che cerchiamo di fare, invece, è dare un’impronta di sicilianità al progetto, visto che non si sente parlare d’altro che di fuga di cervelli».
Il territorio siciliano, spiega l’ingegnere, non offre particolari risorse, specialmente parlando di tecnologia. Ma in un certo senso sta proprio qui la forza del team di universitari che sta lavorando alla progettazione e alla realizzazione del nuovo modello di macchina ibrida. Che ha come responsabile scientifico il prof. Rosario Lanzafame, ordinario di Meccanica e Sistemi Energetici. «Dovendo stare al passo con America, Europa, Africa e Asia dobbiamo cercare di arrivare per lo meno alla loro tecnologia – chiarisce Gurgone – cosa che bene o male riusciamo a fare anche tramite sponsorizzazioni e collaborazioni esterne». Per il progetto di quest’anno un grosso contributo arriva dall’azienda Umas Technology di Piazza Armerina, che sta fornendo supporto tecnico alla squadra guidata da Antonio Gurgone, ma anche dall’ateneo catanese.
Per la sola fase di progettazione ci sono voluti tre mesi e mezzo, ma Etna Revo 2.0 – che sarà in grado percorrere Catania-Palermo e ritorno con un litro di combustibile – rispetto al modello precedente ha un design più accattivante, è aerodinamica e all’avanguardia. E, soprattutto, tutte le componenti che ne fanno parte sono state create direttamente dagli studenti. Un dettaglio di non poco conto.
«Ce la stiamo mettendo tutta – sottolinea il leader – non solo per vincere la competizione, ma per far capire ai giovani che fuori Catania c’è un mondo completamente diverso da quello a cui sono abituati, che punta molto su ricerca e tecnologia. E che stiamo cercando, con non pochi sforzi, di portare anche a Catania».
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