Tecnis, la lista dei creditori di Bosco e Costanzo Oltre 47mila euro alla società di Cosimo Indaco

«Mi sento come Cincinnato, finito il mio mandato tornerò nel mio orticello. Ma questa è solo la macchina del fango che agisce contro di me». Un complotto, studiato ad hoc con una tempistica sospetta per «farmi fuori». Ne è convinto il commissario straordinario dell’autorità portuale Cosimo Indaco, la cui azienda – la Angelo Perez di Cosimo Indaco & C.figura nella lista dei creditori della Tecnis spa per quasi 50mila euro. Dopo il crollo del colosso delle grandi opere, si apre una voragine di crediti vantati da varie società. Nomi di spicco che oggi attendono di riscuotere cifre non indifferenti dall’impresa una volta capitanata da Concetto Bosco Lo Giudice e Mimmo Costanzo, finiti ai domiciliari per via di un’inchiesta su un presunto giro di mazzette per appalti Anas.

Tra chi aspetta soldi da parte di Tecnis, risalta la storica ditta di spedizioni doganali che una volta era di Angelo Perez e adesso è di proprietà di Cosimo Indaco, già presidente e oggi commissario in scadenza dell’autorità portuale. È la sua società ad attendere ben 47.140,39 euro. «La Tecnis – spiega Indaco – lavorava in Tunisia. Quando c’erano da fare operazioni di temporanea esportazione di macchinari dalla dogana di Palermo, la mia struttura aiutava i tecnici dal punto di vista di regole e autorizzazioni doganali». Le consulenze, indicate genericamente come «servizi» nella lista dei creditori, non rientrerebbero nei lavori di costruzione della nuova darsena commerciale, inaugurata nel luglio scorso alla presenza del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Per questo motivo, secondo Indaco, qualsiasi dubbio circa l’ipotesi di conflitto d’interessi sarebbe fugato. 

«Non c’entra nulla e comunque io sono stato nominato a ottobre 2014, la darsena è stata appaltata nel 2012: quindi, ovviamente, non rientra nel periodo del mio mandato. Ricordo inoltre che, per quanto riguarda quest’opera in particolare, l’autorità portuale ha avuto rapporti con il consorzio Uniter, e non direttamente con Tecnis». Il consorzio Uniter è il gruppo d’imprese di cui sono state capofila prima Sigenco e poi TecnisL’assetto con il quale è stato vinto l’appalto per i lavori della metropolitana di Catania. «Io, tra l’altro – aggiunge Cosimo Indaco – non ho fatto nessuna operazione doganale con il mio nome da quando ho accettato di fare il commissario straordinario dell’autorità portuale».

La sua ditta, comunque, è una delle tante a comparire nella lunga lista dei creditori. Tra questi, oltre alle realtà che si occupano di servizi legati più o meno con il mondo delle infrastrutture e forniture di materie prime, spuntano anche ditte di settori diversi. Ad esempio imprese che si occupano di piante e fiori di ogni genere (anche finti) come Sicilflora di Di Bella Santo Massimiliano (330 euro), la Sia boutique srl (130 euro), Florisia srl (109,50 euro), Verdepiù del dr. Trigila (80 euro), Vivaio piante Giuseppe Peirano (495 euro) e la Vivaio di Stefano di Mauro (495 euro). Ma non solo: troviamo anche le gioiellerie Fecarotta (600 euro) e Rapisarda Sebastiano srl (390 euro), il teatro Massimo Bellini (610 euro) e i negozi d’informatica Apple Aesse informatica srl (159 euro) e Centro Sicilia Apple Store (659 euro). Non manca la ristorazione, affidata a Quaranta srl (1.130,57 euro), l’abbigliamento di alta moda con Prada store srl (1.400 euro) e Giorgio Armani retail srl (4.800 euro) e, infine, 170 euro vantati dalla nota onlus Unicef. 

Mattia S. Gangi

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