Dodici milioni di euro. È questa la somma, accumulata negli anni, che il Teatro stabile di Catania deve oggi ai suoi creditori. Una cifra che l’ente, ormai commissariato dalla Regione siciliana, ha inserito all’interno del bilancio 2015 approvato il 30 settembre scorso dall’assemblea dei soci. Proprio per far fronte al pesante carico debitorio il commissario Giorgio Pace ha proposto di agire su due fronti definiti «paralleli e non confliggenti». Uno dei quali consiste nel rivolgersi a La tutela degli onesti, organismo del Comune di Acireale con referente Salvatore Alessandro, direttore di banca ed ex tesoriere regionale del Partito democratico. Un’accoppiata, quella Pd-Acireale, non del tutto nuova nella storia dello Stabile. Ex presidente del teatro è infatti Salvatore La Rosa, fondatore del circolo democratico di Acireale e suo primo segretario. Numero due di La Rosa al teatro era Jacopo Torrisi, vicesegretario del Pd etneo. È a lui che si deve il contatto tra l’ente e l’organismo che si occupa di ristrutturazione dei debiti di cui è referente il compagno di partito Alessandro. Una scelta dovuta a motivi tutt’altro che politici, spiega Torrisi. Sempre in quota Dem, infine, all’interno del consiglio di amministrazione dello Stabile siedono l’assessore regionale Anthony Barbagallo e il sindaco di Catania Enzo Bianco.
Per risistemare le casse dell’istituzione culturale, il primo dei fronti programmati dal commissario regionale riguarda la possibilità di accedere al Ris, il fondo di rotazione che permette di ottenere mutui quindicennali da contrarre con un istituto individuato dall’assessorato regionale allo Spettacolo. Il secondo, invece, è il piano di ristrutturazione del debito, previsto dalla legge a favore delle aziende in crisi per sovra indebitamento. A redigerlo, su decisione di Pace, potrebbe essere La tutela degli onesti, organismo interno al Comune acese che si occupa di assistere enti, imprese e cittadini in forte crisi debitoria. Il referente Salvatore Alessandro, oltre al ruolo ricoperto come ex tesoriere regionale democratico, è presidente de I diritti del debitore: un’associazione della quale si è già parlato per i rapporti stretti con alcuni Comuni dell’hinterland etneo amministrati dal Pd. A legare le due realtà che fanno riferimento ad Alessandro è un rapporto di partenariato.
«Quella di rivolgerci a
La tutela degli onesti è una proposta che personalmente ho lanciato a marzo, quando è iniziata l’occupazione del teatro – spiega Jacopo Torrisi – Perché se un privato o un ente si trovano in uno stato debitorio tale da non poter pagare le rate con i propri introiti possono ricorrere a un organismo di conciliazione». Ma l’idea, prosegue Torrisi, per mesi sarebbe rimasta inascoltata. «Ho mandato varie lettere al cda finché a maggio, senza autorizzazione del consiglio di amministrazione, ho inviato i bilanci e la documentazione contabile a quest’organismo chiedendo una consulenza sulla fattibilità del piano – continua -. Sono contento di constatare che il commissario Pace abbia deciso di portarla avanti».
Ma come mai Torrisi ha pensato di fare riferimento a Salvatore Alessandro? «
Lo conoscevo politicamente, ma non è per questo che mi sono rivolto a loro – continua Torrisi – Sapevo che avevano fatto un piano per un
Ipab di Acireale che era in uno stato molto grave, riportandolo in buone condizioni. Per questo ho ritenuto opportuno provare questa strada, in un
momento di forte crisi per l’ente». A proporre una seconda versione dei fatti è però l’attuale commissario Giorgio Pace secondo il quale sarebbe stato proprio l’organismo a rivolgersi direttamente a lui in prima persona. «Attualmente stiamo istruendo la pratica, se il piano che ci propongono è conveniente daremo loro l’incarico di eseguirlo», conferma Pace. Una scelta che il commissario definisce «quasi obbligata» perché quello di Salvatore Alessandro sarebbe l’unico degli istituti di questo genere a essere accreditato al tribunale di Catania dal ministero della Giustizia.
«La tutela degli onesti si è proposta da sola, vedendo lo stato del teatro, è così che funziona in questo campo – specifica il commissario -. Non sono arrivato a loro tramite il Partito democratico catanese, io sono palermitano e completamente estraneo a queste vicende». Quando però gli si fa notare che è lo stesso Torrisi a confermare di averli indicati al cda, Pace aggiunge: «L’ha proposta Torrisi? Allora era una cosa sensata, ma a me si sono rivolti direttamente loro, mi è sembrata un’idea positiva e l’abbiamo ripresa». Ancora misteriosi invece i costi che il teatro dovrà sostenere per l’affidamento del servizio. «Non sappiamo ancora quanto ci chiederanno – conclude il tecnico regionale – ma i prezzi sono stabiliti dal ministero in base alla situazione debitoria».
Ma a dirimere i dubbi è lo stesso Alessandro: «In Italia esistono
80 strutture come la nostra e nel Catanese solo in due ci occupiamo di ristrutturazione del debito: noi e l’ordine dei commercialisti – chiarisce il professionista a MeridioNews -. A chi si doveva pensare? A me sembra naturale che sia meglio rivolgersi a un organismo pubblico. Noi però ci occupiamo solo della fase di ristrutturazione del debito, al resto penserà il commissario». Sulla modalità con le quali è avvenuta la scelta di La tutela degli onesti, Alessandro spiega chiaramente di essere stato contattato da Torrisi. «Io ho un buon rapporto di amicizia personale con Jacopo, perché milito da anni nel Partito democratico, lui conosceva il nostro lavoro e si è rivolto a noi – spiega l’ex tesoriere del Pd regionale – In un secondo momento, decaduto il cda, ne ho parlato anche con il commissario Pace che ha valutato l’ipotesi in modo positivo». Sui costi dell’operazione, infine, Alessandro precisa: «È l’ultima cosa di cui parleremo, ma rientrano nelle tabelle previste per i curatori fallimentari. Voglio però chiarire che qualunque sia la cifra andrà per intero all’interno delle casse del Comune di Acireale».
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