Teatro Agli Archi, da rifugio di guerra a centro culturale Diretto da Stefania Mulè, si comincia con omaggio a Fo

«Nella mia vita ho sempre scelto la libertà. E mi sono detta: perchè non portare qui quello che ho portato altrove?». L’attrice palermitana Stefania Mulè è alle prese con scatoloni, scale da verniciare, angoli lettura da completare. E’ carica di energie, dato che il 15 dicembre si inaugura la stagione del Teatro Agli Archi.

Nel nuovo spazio culturale, in via Carella n°56, Stefania Mulè è la direttrice artistica che ha accettato di buon grado la proposta dell’amico Francesco Milone. Il quale racconta di aver scoperto il posto – che si trova nel centro storico della città – da un annuncio di vendita sul web. A colpirlo fu «il susseguirsi dei suoi archi che reggevano quei tetti a volte». Quello che era stato negli anni quaranta un rifugio di guerra diventa invece adesso un teatro sociale, dove poter dar vita a molteplici iniziative artistiche e sociali.

La rassegna nazionale immaginARTE 2016-2017 si apre con l’ambasciatore nel mondo di Dario Fo, l’attore Mario Pirovano, attraverso un workshop e le due uniche date siciliane sabato 17 dicembre e domenica 18. Tra gli altri appuntamenti da citare il virtuoso chitarrista Riky Portera – che porterà anche spezzoni della sua autobiografia rock’n’roll, Beppino Englaro  – per la prima volta a Palermo – e Mina Welby che interagiranno nello spettacolo Sospesi tra Terra e Cielo di e con Stefania Mulè, la giornalista Giuliana Sgrena con il suo Dio odia le donne in una particolare presentazione/performance del suo libro, Salvo Vitale con le sue delicate poesie, l’attrice e regista teatrale Fiorella Sciarretta con lo spettacolo La Coppia?, liberamente tratto da Il caso di Alessandro e Maria di Gaber-Luporini.

Una rassegna ricca di impegno civile, come conferma la stessa Mulè, che con trasporto racconta molti aneddoti sugli attori che verranno a Palermo. «A me non interessa quel tipo di teatro che offre solo evasione – dice l’attrice -. Noi mettiamo il luogo a disposizione, per recuperare il piacere di fare le cose. A ogni fine spettacolo ci sarà il confronto con gli artisti, io l’ho sempre fatto e devo dire che in questo modo viene fuori una civiltà a cui non siamo più abituati».


Andrea Turco

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