«Il giornalismo ha ancora un senso e sono le testate locali come le vostre a darglielo». L’apprezzamento al lavoro svolto (anche) da MeridioNews viene da Giorgio Meletti, tra le firme di punta de Il Fatto Quotidiano. Sabato scorso a Roma, presso la facoltà di Economia della Sapienza, il nostro collaboratore Andrea Turco ha ricevuto la targa Caffè 2016. «Ai rappresentanti di tutti coloro che hanno dato particolare prova di professionalità, di coraggio e di capacità comunicativa quali migliori esempi di watchdog journalism», si legge nella nota che accompagna la targa e il chicco di caffè simbolico a essa incollata.
Un riconoscimento consegnato a chi ha raccontato i territori e i casi economici più scottanti: da Filippo Barone (Rai-Ballarò), che si è occupato della Banca Popolare di Vicenza, a Giovanna Boursier, che per Report ha raccontato della fusione tra Fiat e Chrysler. Tra gli altri c’era Andrea Greco che, in anteprima, ha mostrato una copia del suo libro Lo Stato parallelo, il primo volume d’inchiesta incentrato unicamente sull’Eni. Scambiando informazioni sugli impianti del cane a sei zampe proprio col nostro Andrea Turco e con la coppia lucana Giusi Cavallo e Michele Finizio che, per il sito basilicata24, si occupano spesso delle conseguenze delle perforazioni petrolifere. Gli altri premiati sono stati: Carlo Ceraso, per i pezzi sulla Banca Popolare di Spoleto; Paolo Mondani, che più volte attraverso Report ha fustigato anch’egli il mondo delle banche; e Marco Ricci, che dall’astrofisica è passato negli ultimi anni alle cronache maceratesi.
La targa Caffè è stata realizzata in memoria del professore Federico Caffè, economista illuminato scomparso nel 1987. Padre del riformismo e delle teorie del welfare state in Italia, Caffè viene ricordato ogni anno da un gruppo di circa 600 persone tra ex allievi ed estimatori. Che si tengono in contatto attraverso un blog aperto sulla piattaforma Linkedin, una sorta di simposio tra economisti che, all’interno delle aule universitarie, porta a dibattito in maniera informale, appassionata ed accessibile i grandi temi della politica e della finanza. Quest’anno il tema è stato incentrato proprio sulle riforme: parola utilizzatissima dalla classe politica e che però, secondo gli eredi di Caffè (che in un famoso articolo del 1982 pubblicato su Il Manifesto trattava la «solitudine del riformista»), diventa vuota nell’accezione che gli viene data oggi. Per Alfonso Scarano, organizzatore dell’incontro, «l’idea fuorviante che circola oggi è che le riforme strutturali servono a combattere la povertà. Per Caffè invece il problema era la disuguaglianza, perché se si insiste solo sulla crescita magari si fa un passo tutti insieme, ma le distanze tra persone e tra fasce sociali aumentano».
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