«Il clima è assurdo Bruxelles è militarizzata. Esercito e polizia ovunque. Gli elicotteri sorvolano continuamente la città, per fortuna gli amici e i colleghi stanno bene». Sembra un racconto di guerra quello di Luigi Sunseri e Marta Valenza, termitano lui, palermitana lei, che vivono per lavoro nella capitale belga colpita stamattina da tre attacchi terroristici, due all’aeroporto di Zaventem e uno alla stazione metropolitana di Maalbeek.
«Vivo molto vicino al Parlamento – spiega Luigi, collaboratore parlamentare – quindi vicino alla fermata metro di Maelbeek. Ho saputo dell’attentato all’aeroporto grazie a internet e ho subito scritto ai miei colleghi tramite la chat che usiamo per lavoro. Ero preoccupato per loro». Fondamentale, nella situazione di emergenza, il ruolo dei social network e di internet. «Fin da subito le linee telefoniche erano fuori uso. Ho usato Whatsapp e Facebook per comunicare con i colleghi e sincerarmi che stessero tutti bene, poi ho rassicurato la mia famiglia e i miei amici».
«Viaggiamo spesso, e Zaventem è l’aeroporto più vicino – continua – Immagino che in città ci sia un’atmosfera surreale». Bruxelles è ancora deserta, ad affollare le strade sono più che altro militari e poliziotti. «Adesso tutto è bloccato l’unità di crisi ci ha consigliato di evitare qualsiasi spostamento. Chi era in ufficio non è stato fatto uscire fino a ora di pranzo, la metro è ferma, i bus nelle zone centrali anche. Appreso della notizia non sono uscito avendo mia moglie incinta a casa. Speriamo torni la pace anche qui – conclude Luigi – non si respira un’aria serena per ora purtroppo».
Marta lavora lontano da casa e ogni mattina passa sui mezzi pubblici dai 30 ai 50 minuti. «Dipende se scelgo di prendere la metro o il tram – racconta – Questa mattina fortunatamente ho scelto il secondo». Anche lei è rimasta nel suo ufficio di Woluwe Saint Pierre. «A un certo punto una mia amica, che era su Twitter, mi ha fatto vedere la notizia di Zaventem. Appena siamo arrivate in ufficio ho connesso Facebook e ho detto a tutti che stavo bene. Poi ho mandato una mail a quelli che non avevo sui social. Nel frattempo – conclude – è arrivata la notizia dell’altra bomba».
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