Taormina Film Festival 2005. Sarà davvero una grande edizione?

Quest’anno come lo scorso alla vigilia dell’apertura del Festival del Cinema di Taormina le promesse  e le aspettative di organizzatori e pubblico sono tante. Il problema è poi che in realtà a conclusione di ogni edizione della manifestazione cinematografica taorminese molti, tra pubblico e addetti ai lavori, sono quelli che restano invariabilmente delusi per tutta una serie di dinamiche e scelte organizzative che non vengono condivise dal maggior numero dei principali fruitori del festival: gli appassionati.

Nella versione 2005 del TaoFF le cose non sembrano essere molto differenti dalle ultime recenti edizioni targate Felice Laudadio. Cioè la politica organizzativa resta quella del “tanti cocktail party e poco cinema di qualità”.

Entrando nel merito delle principali debolezze del festival: nella conferenza stampa di presentazione dell’evento già il vulcanico direttore ha tenuto a precisare che nonostante gli innumerevoli problemi di carattere economico e congiunturale (manco si stesse varando una finanziaria) si è riusciti comunque ad organizzare una edizione del festival alla stessa altezza delle precedenti in cui il budget finanziario era ben più alto. Affermazione questa che oltre ad essere una contraddizione in termini sembra far respirare già in fase iniziale un’atmosfera da “noi intanto mettiamo le mani avanti e poi si vedrà….”
In sintesi Laudadio ha così presentato la struttura principale del programma di quest’anno: premio “Italia Film Fest 2005”, “Grande Cinema al Teatro Antico”, “Cinema del Mondo” (Concorso Ufficiale), “Lezioni di Cinema”, “Corti a Taormina” e gli immancabili “Taormina Arte Award for Cinematic Exellence”.

Iniziamo con i premi dell’”Italia Film Fest 2005”. Visto che quest’anno il festival non ospiterà più i prestigiosi “Nastri d’Argento” il direttore ha pensato bene di inventarsi un manifestazione ad hoc per sostituire quell’evento con uno nuovo e completamente organizzato dal TaoFF. Il risultato è stato appunto questo “Italia Film Fest 2005” (incomprensibile risulta fra l’altro l’aggiunta della specifica dell’anno visto che si tratta di una prima edizione). Il problema è che a prescindere dai nomi coinvolti, tutti di altissimo livello (da Mario Monicelli a Suso Cecchi D’Amico sino a Ennio Morione e Dante Ferretti), non si capisce che valore possa avere questo premio in ambito nazionale ed internazionale e rispetto ad una manifestazione storica e di altissimo livello come i Nastri d’Argento. Non vorremmo che l’Italia Film Fest 2005 fosse una bellissima confezione regalo ma senza sorpresa dentro. La sensazione è che visto l’abbandono del festival da parte dei Nastri (e non viceversa) Laudadio abbia pensato di aver bisogno comunque di un passaggio televisivo d’alto profilo (targato Rai) per la sua manifestazione taorminese ed il risultato è stato appunto questo Italia Film Fest 2005 in stile “noi ce la suoniamo, noi ce la cantiamo”. Dobbiamo ammettere che il direttore in questa attività di diplomatico marketing imprenditorial cinematografico è un vero maestro e non ha nulla da invidiare in ciò agli specialisti dello stesso campo d’oltre oceano.

Riguardo a “Il grande cinema al Teatro Antico”. Premettiamo intanto che qualsiasi pellicola vista dai gradoni della bellissima struttura storica con vista sul mare appare migliore di quanto poi in realtà sia. Sarà forse per questo che ormai da qualche anno il festival ci propina in questa sezione una serie di opere di scarso spessore e assolutamente commerciali in modo da attutire la reazione del pubblico che in qualche caso se feroce sarebbe assolutamente comprensibile. Le cose non cambieranno molto in quest’edizione visto che ci dovremo sorbire l’ennesimo episodio della serie dell’Uomo Pipistrello (ma a quale siamo arrivati? Cinque, sei, sette…..), “Batman Begins” di Christopher Nolan, e pellicole non molto interessanti, almeno sulla carta, come “The games of their lives” di David Anspaugh. Ad onor del vero però qualcosa di valido vedremo quest’anno al Teatro Antico data la presenza di due pellicole come “Le couperet” di Constantin Costa-Gavras e “Sergio Amidei. Ritratto di uno scrittore di cinema” di Ettore e Silvia Scola.
Passiamo a “Cinema del Mondo”. Nella scorsa edizione le pellicole, tranne qualche sporadico caso, apparvero tutte di scarso rilievo. Quest’anno con l’introduzione del concorso per categorie e di una apposita giuria per la valutazione delle opere speriamo che le cose cambino, anche se, per quanto riguarda il premio del pubblico, non si comprende cosa voglia dire “concorso per opere prima e qualche seconda” visto che tra le due situazioni c’è un notevole differenza che mi sembra inutile sottolineare.

Veniamo alle “Lezioni di Cinema” Questa è una delle idee di Laudadio con cui ci sentiamo maggiormente d’accordo visto che la possibilità per il pubblico di interagire direttamente con chi il cinema lo fa ci sembra un’esperienza di non scarso valore. La collocazione migliore però sarebbe, secondo noi, non quella mattiniera bensì quella pomeridiana, visto che per molto del pubblico che arriva direttamente e quotidianamente da Catania e Messina sarebbe molto più agevole una sistemazione di questi incontri in una fascia pre-serale. Comunque di altissimo valore il parterre dei partecipanti: da Virna Lisi a Malcom McDowell sino a Bob Rafelson.

Riguardo a “I Corti a Taormina”. Quest’anno si è finalmente deciso di eliminare la categoria “Corti Siciliani” visto che in questa sezione vigeva uno stato di assoluta anarchia regolamentare. Dai corti premiati che sforavano di più minuti il limite imposto nel bando al fatto che non sia mai stata rispettata la clausola che impegnava formalmente il vincitore a ripresentare nella successiva edizione del festival un’opera prodotta con i soldi del premio. Meglio la categoria unica ed internazionale di quest’anno con la lodevole aggiunta di unire nelle proiezioni ogni cortometraggio ad una delle pellicole del concorso ufficiale (così come ormai da anni si fa in Europa e in America) in modo da abituare il pubblico alla fruizione di queste opere “short” che possiedono la stessa dignità artistica dei lungometraggi.

E adesso veniamo al vero capolavoro del costrutto festivaliero laudadiano: i “Taormina Arte Award for Cinematic Exellence” (solo pronunciarlo è già un’impresa). C’è qualcuno tra i lettori il quale abbia nel recente passato seguito il TaoFF che ci sappia spiegare esattamente cosa sono e a che cosa servono?

Il festival ha veramente bisogno di una sequela di star del cinema a cui seralmente vengono consegnati orologi e collanine del valore di svariati milioni? Qual è la necessita del festival nel fare ciò? Cosa ne guadagna? Come lo nobilita? E poi: è possibile che Tom Cruise, Mira Sorvino e  Melanie Griffith non abbiano un posto ad Hollywood dove comperare un buon orologio tanto da sentire il bisogno di venirselo a prendere qui a Taormina? Tutte le risposte a queste fondamentali domande sul Taormina Arte Award for Cinematic Exellence esistono solo nella vulcanica creatività del direttore Felice Laudadio. Quindi in realtà tali quesiti è inutile porseli. Arrendiamoci con stoica sopportazione a beccarci anche quest’anno sul palco del Teatro Antico questa inutile rappresentazione del falò delle vanità. Fuori dall’ironia pensiamo che sarebbe molto più costruttivo per il TaoFF usare il soldi degli sponsor per invitare un numero limitato di star (una o due al massimo ) e dedicare loro delle retrospettiva complete in modo da omaggiarli in modo più significativo e allo stesso tempo nobilitare in maniera più valida il festival con approfondimenti cinematografici di spessore.

In conclusione un ultima considerazione: nella suddetta conferenza stampa di presentazione Laudario ha tenuto a spiegare come l’anno prossimo si batterà affinché il Festival di Taormina possa tornare alla sua storica collocazione di metà Luglio. Condividiamo assolutamente questa presa di posizione del direttore e allo stesso tempo non comprendiamo però perché due anno or sono, cioè nel momento in cui l’AGIS (l’organo che attraverso l’ANEC rappresenta gli esercenti) richiese alla Comitato di Taormina Arte l’anticipazione delle date del festival per allungare la stagione cinematografica, egli non difese con la stessa energia di oggi questa sua giusta posizione sulla collocazione temporale del TaoFF.

In ogni caso da profondi “afecionados” del Festival del Cinema di Taormina ci auguriamo che buona parte di queste nostre critiche siano smentite dai fatti e che le scelte del direttore Felice Laudadio, persona di altissima professionalità e competenza, siano quelle giuste. Per questo auguriamo comunque a lui e a tutto il suo ottimo staff un grosso “in bocca al lupo” per la buona riuscita dell’edizione 2005 del TaoFF.
A tutti, buona visione.

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