Gli avvocati dell’ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano (58 anni) e dell’ex consigliere comunale Orazio Barbagallo (68 anni) hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato condizionato all’ascolto di tre testimoni: i componenti della commissione dell’Urega che hanno aggiudicato la gara per l’appalto per il servizio Home care. È l’ultimo sviluppo dell’inchiesta sulle mazzette che l’allora primo cittadino catenoto e l’ex presidente della commissione Finanza avrebbero percepito da Giovanni Cerami, imprenditore dell’azienda Halley consulting.
Per questo sono tutti accusati di corruzione e per loro la procura di Catania aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Adesso, a cambiare le carte in tavola, interviene la scelta di Maesano e Barbagallo, rispettivamente difesi dai legali Giuseppe Marletta ed Enzo Mellia, e Orazio Consolo e Giuseppe Di Mauro, ed entrambi attualmente ai domiciliari nel Comune di Aci Catena. Giovanni Cerami, invece, tramite l’avvocato Attilio Floresta ha fatto richiesta di patteggiamento a due anni. Su quest’ultima, però, la magistratura non si è ancora espressa. Se la procura non darà il suo consenso, l’imprenditore sceglierà il processo con rito ordinario e dovrà presentarsi nell’aula della terza sezione penale del tribunale di Catania.
Il caso delle tangenti al Comune di Aci Catena viene scoperto durante indagini che avrebbero avuto al loro centro l’appalto sui rifiuti catenoti, ed esplode il 10 ottobre 2016: la Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, arresta gli allora sindaco e consigliere comunale dopo che questi ultimi avrebbero diviso una tangente da circa 15mila euro. Un momento intercettato dalle cimici piazzate dalle forze dell’ordine con l’obiettivo di inchiodare gli amministratori e l’imprenditore Cerami. Quest’ultimo avrebbe pagato le somme per fare ottenere alla Halley consulting, azienda a lui riconducibile, l’aggiudicazione del progetto esecutivo di tele-assistenza Home care, finanziato dall’Unione europea con 252mila euro.
Secondo il procuratore Carmelo Zuccaro e le sostitute Antonella Barrera e Barbara Tiziana Laudani, gli imputati avrebbero «sistematicamente affidato alla società Halley consuting, e prima alla Sisco e alla Hallety, tutte riconducibili a Cerami, il servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi software e hardware del Comune di Aci Catena, per oltre dieci anni». Lo strumento usato dagli amministratori sarebbe stato «l’illegittimo istituto del rinnovo del contratto», in violazione «del divieto di frammentazione dell’appalto, per un importo complessivo superiore ai 400mila euro».
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