Sono nove le associazioni culturali ed antimafia che si sono viste abbattere a volte anche più dell’80 per cento le somme che servono per gestire le attività annuali di divulgazione, documentazione e ricerca dalla Regione Siciliana. Le associazioni in questione sono: Centro Studi ed Iniziative Culturali Pio La Torre onlus, Arci Sicilia Associazione di promozione sociale, Associazione per la Conservazione delle Tradizioni Popolari Pasquino, Centro Studi Feliciano Rossitto, Istituto Gramsci Siciliano onlus, Fondazione Gaetano Costa, Fondazione Giovanni Chinnici, Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e la Fondazione Ignazio Buttitta. Tranne la Feliciano Russitto che ha sede a Ragusa, hanno tutte sede a Palermo.
Le associazioni oggi hanno presentato formale richiesta di audizione alla V Commissione dell’Ars in merito alle determinazioni contenute nel decreto n. 2882 del 29/12/2017 con il quale si è decisa la rimodulazione al ribasso delle somme erogate agli enti. Decisione «che ha causato gravi danni all’attività istituzionale» delle stesse e che, in taluni casi, arriva a minacciarne la chiusura.
«Le associazioni – si legge nella lettera inviata alla Commissione presieduta Luca Sammartino – pur consapevoli della necessità di una rimodulazione delle spese nelle nostra regione, ritengono necessario un intervento finalizzato a consentire un riequilibrio per l’anno 2017 delle somme assegnate e nuovi strumenti e criteri per gli anni a venire». Il Centro Studi Pio La Torre ha chiesto il rimborso per le spese sostenute nel 2017 di 280mila euro «Sono tutte spese documentate – spiega Vito Lo Monaco, presidente dell’associazione – grazie a due rimodulazioni delle cifre ci hanno assegnato 16.800 euro. Noi facciamo attività con le scuole di tutta Italia, gestiamo una biblioteca, l’anno scorso abbiamo organizzato 52 iniziative culturali, questa cifra mette seriamente a repentaglio l’esistenza del Centro».
Le nove associazioni hanno scritto un appello affinché venga modificato il decreto, «Non ci convincono i criteri. – aggiunge Lo Monaco – non accettiamo un provvedimento ingiusto. C’è un problema di serietà non possono metterci in un elenco un taglio ingiustificato. Bisogna considerare il rilievo culturale. Il Centro Pio La Torre esiste dal 1986, in 32 anni di attività non ho mai visto nulla di simile, i guai sono iniziati da quando ci hanno inserito nella tabella H».
Hanno chiesto di essere ascoltati in quinta commissione all’Ars, dove già Claudio Fava si sta interessando della faccenda grazie ad un decreto legge ad hoc. La tabella H non esiste più è stata sostituita da una legge la numero 11 del 12 maggio 2010. Questa legge prevede lo stanziamento di circa otto milioni di euro di monte totale che servono a finanziare le attività di diverse associazioni di varia tipologia, ad occuparsi di questa ripartizione sono tutti i vari assessorati, ogni assessorato fa le proprie commissioni di valutazione, e redige una lista in base ad un punteggio. Quest’anno è l’assessorato alla Famiglia a detenere il 62 per cento del fondo totale per una somma di 4.795 euro.
Per i Beni culturali, assessorato da cui dipendono le associazioni, solamente 1.124 milioni. «Sto lavorando ad un disegno di legge specifico – spiega Claudio fava – per associazioni culturali e istituzioni che preveda che quelle che svolgono un lavoro importante per la società vengano scorporate da questo unico calderone dove si trova all’interno di tutto. Data l’urgenza della questione lavoreremo affinché venga risolto subito il problema, ne discuteremo in questi giorni in commissione. Chiudere i rubinetti a chi svolge un lavoro importante di ricerca, documentazione e contribuisce quotidianamente alla costruzione della legalità crea un danno a tutta la collettività».
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