Dopo aver denunciato il taglio dei finanziamenti da parte della Regione Siciliana, le nove associazioni associazioni culturali e antimafia che si sono viste abbattere, in certi casi, anche più dell’80 per cento le somme che servono per gestire le attività annuali di divulgazione, documentazione e ricerca dalla Regione Siciliana, hanno ottenuto l’agognato incontro all’Ars. Tranne la Feliciano Russitto che si trova a Ragusa, le altre hanno tutte sede a Palermo.
E ieri sono state accolte in audizione dalla V Commissione. Così la commissione Cultura, Lavoro e Formazione dell’Ars, presieduta da Luca Sammartino, ha deciso che presenterà una risoluzione che impegni il governo regionale a mettere in atto tutte le procedure per affrontare l’emergenza delle associazioni. In particolare si chiederà lo slittamento a giugno del termine per la rendicontazione, la modifica dei criteri per l’assegnazione delle somme e l’aumento del fondo da cui prelevare le somme, che attualmente ammonta a otto milioni di euro.
«L’audizione delle associazioni presso la V Commissione ha rappresentato un utile momento di confronto con i deputati e il governo rappresentato dall’assessore Armao – ha detto Salvo Lipari, coordinatore regionale dell’Arci – Riteniamo che al di là degli esiti sul 2017, sia fondamentale che per il 2018 si determinino criteri certi e inequivocabili per l’assegnazione dei contributi. Associazioni, istituti culturali, centri studi e le fondazioni audite oggi, tutti enti diversi per natura giuridica, sono accomunati dalla convinzione che sia fondamentale per il territorio il lavoro di promozione sociale, culturale e di contrasto alla povertà educativa. Auspichiamo inoltre che si riveda per il 2018 il bando di finanziamento e una maggiore sinergia tra gli assessorati coinvolti, anche nell’ottica della riforma nazionale del codice del terzo settore ormai in atto».
«Chiediamo alla giunta regionale di rivedere l’assetto complessivo delle somme stanziate. Pur ritenendo positivo il superamento dei fondi erogati con il sistema della “Tabella H”, riteniamo che l’attuale situazione normativa non sia stata in grado di rispondere pienamente alle esigenze tanto degli assessorati regionali quanto delle istituzioni destinatarie dei fondi», ha sottolineato Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre. «Ci preme sottolineare come molte realtà dipendano in maniera cospicua da questi fondi per lo svolgimento della propria attività culturale e di ricerca. Pertanto la situazione venutasi a creare per effetto della riduzione di spesa e per la distribuzione dei fondi mette seriamente a rischio l’attività delle nostre associazioni e istituzioni, come già sottolineato anche da esponenti dell’attuale governo sui mezzi di informazione».
«Le associazioni culturali che svolgono un’importante azione di divulgazione del messaggio e della cultura della legalità non possono essere penalizzate dalla mancanza di criteri certi ed equi per la ripartizione dei contributi regionali», ha dichiarato il presidente della commissione Cultura, Lavoro e Formazione, Luca Sammartino. «Abbiamo ascoltato le difficoltà di enti che rappresentano il patrimonio culturale della Sicilia e che chiedono a gran voce nuove norme per la ripartizione dei finanziamenti. In accordo con l’assessore all’Economia Gaetano Armao e con l’assessorato ai Beni culturali. Intanto – conclude il parlamentare Pd – ho chiesto alle associazioni di presentare delle proposte di riforma della legislazione vigente. È indispensabile riformare radicalmente il sistema dei contributi per quelle realtà culturali che rappresentano un enorme patrimonio che rischia di sparire definitivamente».
L’assessore all’Economia Gaetano Armao ha chiarito come per la Regione sia «impossibile intervenire sulle somme già stanziate per il 2017, ma per il prossimo anno la giunta si impegnerà affinché possano essere riviste al rialzo le risorse destinate al Dipartimento dei Beni culturali, cui le associazioni dipendono».
«Bisogna sostenere le associazioni culturali e i centri studi antimafia attraverso una nuova legge regionale che permetta a queste realtà di poter programmare in maniera adeguata le loro attività», ha detto Giuseppe Lupo, presidente del gruppo Pd all’Ars. «Le associazioni che hanno tradizioni e storie di particolare importanza, soprattutto in un ambito delicato come quello della conoscenza e del contrasto del fenomeno mafioso – ha continuato Lupo – meritano di essere qualificate come Enti strumentali della Regione. Serve una riclassificazione di questa categoria e bisogna inserire nel bilancio della Regione un finanziamento strutturale triennale: queste realtà devono poter contare inoltre su un contributo annuale che può essere integrato in occasione di specifici progetti culturali. Sono convinto – ha concluso Lupo – che si debba intraprendere questo percorso, in raccordo con i responsabili delle strutture, per dare un assetto stabile ad attività che sono importantissime per la Sicilia».
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