Anche Taormina Arte lancia il suo grido di allarme e lo fa dal palco del teatro Antico di Taormina durante la serata di chiusura della sessantesima edizione del Festival del cinema. Troppi i tagli, si rischia di non riuscire a garantire un futuro all’ente. «È una storia che vogliono cancellare», ha esclamato Ninni Panzera, segretario generale. L’ente culturale soffre della crisi attraversata dal mondo culturale siciliano, ma Panzera non ne fa una questione economica. Almeno, non è quella dei finanziamenti l’unica chiave di lettura. «Il problema principale è la dignità artistica e la storia di Taormina Arte – spiega – Trent’anni di cultura, con i più grandi spettacoli prodotti in Sicilia, sono passati da qui». Dai Simple Minds a Giuseppe Sinopoli, passando per Giorgio Strehler, la struttura ha contribuito a produrre «la storia di un pezzo della vita culturale siciliana».
Per il segretario, «solo incidentalmente ci sono spettanze arretrate». Con la protesta di sabato «abbiamo voluto esibire la storia di Taormina Arte, renderla tangibile». L’edizione 2014 del festival cinematografico ha rischiato di non vedere la luce. Fino all’ultimo, infatti, i problemi economici hanno inciso in maniera determinante sulla sua sorte. «Tutti abbiamo dato l’anima per riuscire a realizzare – racconta Panzera – Non si doveva fare, non c’erano le condizioni. Ma abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo». Un impegno «anche di 14 ore al giorno», senza ricevere compensi. Impossibile sapere dalla bocca del rappresentante della struttura a quanto ammontino le spettanze arretrate. Di certo si conosce l’andamento – al ribasso – dei finanziamenti provenienti da Palermo.
«Non è pensabile di avere tagli così drastici», sbotta Ninni Panzera. Nel 2012 TaoArte ha ricevuto due milioni 864mila euro. L’anno successivo la cifra si è ridotta a un milione 544mila euro. Con la manovra regionale contestata i fondi – mai arrivati – scendono a 699mila euro che si abbattono a 207mila euro con le nuove previsioni. «Ovviamente è impossibile sopravvivere con queste cifre», sottolinea. Ma secondo voci di corridoio, i vertici di palazzo d’Orleans avrebbero tranquillizzato gli enti culturali assicurando gli stessi importi del 2012. «A noi andrebbe bene, assicurerebbe la nostra sopravvivenza, ma deve valere per tutti», specifica. «Dal Biondo al Massimo, tutti dobbiamo ricevere lo stesso trattamento».
I lavoratori di Taormina Arte sono «dodici e a rotazione abbiamo 13 tecnici. Gli stagionali sono quelli che hanno avuto il danno maggiore, perché non sono stati rinnovati», si rammarica Ninni Panzera. Impossibile, però, stabilire l’indotto garantito dalla loro attività. «Durante il Festival a Taormina c’è stato il tutto esaurito per otto giorni – afferma – C’è un fortissimo impatto economico sulla città». Una realtà in bilico, oggi più che mai.
[Foto di Taormina arte su Facebook]
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