Il 31 dicembre sono scaduti i contratti dei lavoratori della facoltà di Lettere e Filosofia che si occupavano della gestione delle aule e, soprattutto, della biblioteca del Monastero dei Benedettini. Per diciotto di questi non c’è stato nessun rinnovo.
«Per otto anni siamo serviti, non erano prestazioni sporadiche», ha affermato Daniela Cresta, una dei dipendenti rimasti senza lavoro, durante l’incontro informale di giovedì mattina, in piazza Università, con i colleghi nelle stesse condizioni. «Si tratta di dare servizi essenziali al Monastero, sia per quanto riguarda l’apertura delle aule, che per la biblioteca. Servizi che non potrebbero più essere garantiti: c’è la possibilità che si allunghino i tempi per la richiesta dei libri e l’apertura delle sale studio sarebbe ridotta. Diciassette persone non possono essere rimpiazzate con sei soltanto».
Le richieste dei lavoratori sono semplici: che siano riassunti a tempo determinato per tutto il 2010 e, di conseguenza, che siano bloccati i bandi provvisori per i quindici posti rimanenti, almeno finché non si troverà il modo per confermare integralmente i contratti.
«Non è un licenziamento, è una scadenza contrattuale», ha precisato Maria Toscano che ha aggiunto «Lavoravo un po’ ovunque: biblioteca, deposito, reception, emeroteca… Come tutte le mie colleghe, andavo dove c’era bisogno, eppure il Preside ha tagliato soltanto sulle nostre mansioni».
Marcello Scurria è uno strutturato che fino a poco tempo fa lavorava per la facoltà di Lingue ed è stato recentemente trasferito: «La causa vera di queste riduzioni pare dipenda dal fatto che i budget delle facoltà sono stati ridotti di circa il 30%. Se noi facessimo un piccolo calcolo di quanto costano questi signori a cui il contratto non è stato rinnovato, scopriremmo che l’importo è sui 220-230 mila euro. Corrisponde esattamente a quel 30% di cui la Facoltà è stata privata. Questo significa che quella decurtazione non è stata distribuita tra le varie voci del bilancio ma ha pesato esclusivamente sul personale, gente che sta all’università da nove anni, da quando era preside il professor Mineo».
Si tratta, quindi, di dipendenti che, pur non avendo un titolo di studio superiore al diploma, hanno sviluppato una continuità lavorativa e che, di fatto, rimarranno a casa nonostante l’esperienza accumulata e l’anzianità di servizio: «Dopo otto anni, non sono stata riconfermata», ha continuato Maria Toscano, «e i criteri secondo i quali io non ho firmato un contratto ed altri sì non sono per nulla chiari. Solo una delle colleghe con la stessa anzianità è rimasta, gli altri non avrebbero i requisiti, ad eccezione dei laureati. Sono stati scelti, non sappiamo come. Posso perfino pensare che siano stati raccomandati».
L’aspettativa comune era quella di ricevere, almeno, solidarietà da parte di quanti non hanno perduto nulla: non è arrivata. Né si sono fatti vivi i docenti della Facoltà.
Sarebbe errato pensare che la facoltà di Lettere sia l’unica a subire i tagli al personale, poiché voci di corridoio hanno lasciato intendere che anche a Lingue la situazione non sia rosea. Il preside Nunzio Famoso non ha smentito: «Ho mandato una lettera al Direttore amministrativo nella quale precisavo di aver incontrato le sigle sindacali e di averle messe al corrente delle nostre condizioni economiche e dei limiti di budget che ci impedirebbero di tenere tutto il personale. Rispetteremo la chiusura dei contratti, dopodiché siamo in attesa di una risposta dell’amministrazione: se dovessi contare solo sui fondi della Facoltà, dovrei tagliare sul 40% del personale, con un forte impoverimento dei servizi».
Pare inoltre che, in via ufficiosa, il preside Enrico Iachello abbia chiesto aiuto al collega di Lingue, per quanto riguarda la gestione delle aule: «E’ vero, mi ha telefonato», ha dichiarato Famoso. «Gli ho risposto che era quasi come chiedere aiuto al morto, ma che mi rendevo disponibile per un supporto temporaneo. Sarebbe ridicolo che noi sopperissimo ai disagi causati dalla facoltà di Lettere. Sarebbe stato meglio se le facoltà avessero collaborato nel chiedere aiuto al Rettore, ma Iachello è voluto andare per la sua strada…».
A restare accanto ai diciotto licenziati soltanto alcuni studenti e i sindacati, che domani incontreranno il preside. Quest’ultimo, in diretta su Radio Zammù, s’è reso disponibile «per spiegare ai lavoratori come stanno le cose, tutto in trasparenza. Possono richiedere, inoltre, il verbale del Consiglio di facoltà nel quale sono contenuti anche i criteri di selezione. In ogni caso, domani lo presenterò».
Mentre i manifestanti andavano via alla spicciolata da piazza Università, una studentessa ha sintetizzato il morale collettivo: «Che depressione!», ha esclamato.
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