Dopo le minacce ricevute vorrebbero essere allontanati dal carcere in cui sono attualmente detenuti. Si tratta dei sei giovani palermitani (uno di loro all’epoca dei fatti minorenne è stato scarcerato e affidato a una comunità) accusati di violenza sessuale di gruppo su una 19enne. A questi si aggiunge una richiesta ufficiale da parte della polizia penitenziaria del carcere Lorusso di Pagliarelli. Alcuni dei legali domani si recheranno proprio in carcere per verificare quanto dichiarato dai loro assistiti.
Intanto proseguono le indagini dei carabinieri per trovare altri cellulari e video che avrebbero immortalato lo stupro avvenuto nel cantiere del collettore fognario, al Foro Italico, dove la ragazza è stata poi soccorsa da un’ambulanza. Il Garante della privacy intanto mette in guardia sulle conseguenze, anche di natura penale, della diffusione e condivisione dei dati personali della vittima dello stupro di Palermo e dell’eventuale video realizzato.
A seguito di numerose notizie stampa su una caccia alle immagini scatenatasi nelle chat, l’Autorità – con due provvedimenti d’urgenza – ha rivolto un avvertimento a Telegram e in generale agli utenti della piattaforma affinché venga garantita la necessaria riservatezza della vittima, evitando alla stessa un ulteriore pregiudizio connesso alla possibile diffusione di dati idonei a identificarla, anche indirettamente, in contrasto, peraltro, con le esigenze di tutela della dignità della ragazza. Il Garante ricorda che la diffusione e la condivisione del video costituiscono una violazione della normativa sulla privacy, con conseguenze anche di carattere sanzionatorio, ed evidenzia i risvolti penali della diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali.
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