Un gioco a squadre per scoprire l’identità di Palermo attraverso il cibo. U’ game torna a movimentare la città, ma questa volta non si andrà alla scoperta degli artigiani, come fu per la prima edizione, quella di dicembre scorso, bensì del cibo di strada. Così l’associazione Clac ripropone il progetto Crezi Food Kit in collaborazione con Fondazione TIM, una nuova sfida di gruppo, questa volta sul tema delle tradizioni culinarie. Tutti i popoli che sono passati da qui hanno lasciato tracce culturali e culinarie indelebili, la storia dei cibi è la storia della città.
Cinquanta squadre si sfideranno e dovranno superare prove legate allo street food, alla ristorazione, alle leggende e storie metropolitane esplorando vicoli, monumenti, siti del patrimonio storico artistico, mercati e friggitorie. Due i musei coinvolti: la Galleria d’Arte Moderna da dove il gioco inizierà sabato 16 aprile e il Museo Archeologico Salinas con la sua mostra “Nutrire la città – a tavola nella Palermo antica”. La fine della manifestazione prevista per il pomeriggio di domenica 17 all’Eco Museo del Mare.
U’game servirà a far esplorare siti storici e contemporanei, vincere premi mangerecci, degustare le specialità locali. «Si esplorerà la città con giochi di interazione legati all’esperienza culinaria che è anch’essa identità di un popolo», dice Cristina Alga di Clac. «La prima edizione dedicata agli artigiani è stata un successo e molta gente era felice di aver scoperto giocando molte storie, tradizioni, leggende, luoghi di Palermo, così abbiamo voluto replicare. Avremo una decina di partner tecnici che metteranno a disposizione dei premi per i vincitori che supereranno con successo le ottanta prove». Tutti coloro che si vorranno iscrivere dovranno farlo entro il 15 aprile con squadre composte da due a sei partecipanti.
Il gioco è adatto a tutti, ragazzi, famiglie, gruppi di adulti. Per giocare si useranno l’ingegno e le nuove tecnologie, i social network e il videogioco narrativo The Great Palermo, creato dai designer di We are Muesli. «Stiamo già lavorando ad una sorta di format di U’ Game – conclude Alga – da proporre nelle scuole, perché è un modo educativo per scoprire storia e tradizioni, ma anche nei musei per fruire in modo alternativo dei luoghi d’arte».
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