Ha del clamoroso la decisione degli avvocati della famiglia Parrinello. Una scelta che, oltre a fare giurisprudenza, potrebbe aprire nuovi squarci sulla lunga stagione delle stragi che ha insanguinato l’Italia per due decenni a partire dal 12 dicembre 1969, quando una bomba squarciò la Banca dell’Agricoltura a piazza Fontana, a Milano, messa dai fascisti di Ordine Nuovo. I legali della moglie e tre figlie di Carlo Parrinello, una delle 81 vittime della strage aerea di Ustica, hanno notificato un atto di pignoramento di quasi un milione e mezzo di euro nei confronti dei ministeri dei Trasporti e della Difesa.
Era il 27 giugno 1980 un Dc9 Itavia si inabissò nel mar Tirreno. Da quel momento sono tanti i familiari delle vittime – non si salvò nessuno – che pretendono verità e giustizia. Mentre le istituzioni hanno continuato ad erigere sulla vicenda un clamoroso muro di gomma, pieno di reticenze, omissioni e vuoti di memoria. Carlo Parrinello, originario di Marsala, era un imprenditore agricolo. Aveva 44 anni quando morì e manteneva lui la famiglia. Alla quale la corte di appello civile aveva stabilito che dovessero essere rimborsati 1.908.909 euro: ma fino a questo momento lo Stato ha pagato solo 431.794 euro. Il credito oggetto di pignoramento e’ di 1.477.107 euro.
I giudici di secondo grado, il 7 luglio 2017, avevano ribadito la decisione in primo grado del giudice Paola Protopisani che affermò che la causa dell’abbattimento fu «un missile o una collisione in una scena militare». L’avvocatura dello Stato sostiene che i familiari delle vittime percepiscono già una indennità di circa 1600 euro al mese, quindi vanno defalcate dal risarcimento tutte le somme future che i familiari percepiranno fino al compimento di 75 anni. I legali dei familiari di Parrinello, gli avvocati Vanessa e Fabrizio Fallica, sostengono che la sentenza non parla assolutamente di questa detrazione futura e indica con precisione il risarcimento che lo Stato deve pagare. «È una situazione imbarazzante – dicono – Questa posizione dell’avvocatura serve solo ad aggravare ancor di più lo Stato di spese per le procedure esecutive».
Nella sentenza di appello che riguardava 42 familiari delle vittime, i giudici hanno condannato i ministeri a pagare ai legali 378.484 euro oltre al rimborso forfettario per spese generali, Cpa e Iva. Gli avvocati Fallica hanno notificato un atto di precetto ai due ministeri anche da parte degli otto familiari di altre tre vittime che devono avere, dopo la sentenza definitiva, circa due milioni di euro avendo ricevuto anch’essi solo un pagamento parziale.
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