Stipendi ai dipendenti della formazione: il Governo non rispetta gli impegni. Non resta che la protesta in piazza

SETTEMBRE COINCIDE CON LA RIPRESA DELLE ATTIVITA’ E CON IL RITORNO DELLE POLEMICHE SUI MANCATI PAGAMENTI DELLE SPETTANZE MATURATE. NULLA PERO’ SI MUOVE PER BUONA PACE DELL’ESECUTIVO AFFACCENDATO ALLE SOLITE BEGHE POLITICHE PER LE POLTRONE DA SPARTIRSI

Con l’entrata del mese di settembre si ripresenta l’emergenza sociale nel settore della Formazione professionale siciliana, rilegata in secondo piano nel mese di agosto per i noti problemi legati al fallimento del click-day e dei tirocini formativi.

Un settore dove la vertenza sociale è vissuta in maniera anomala.

In qualsiasi settore dell’economia, con due mesi di mancato pagamento delle spettanze, si blocca l’attività e si scende in piazza per protestare. Nella Formazione professionale questo non accade. È davvero strano, visto che le mensilità non pagate superano i 12 mesi. Eppure pare non respirarsi aria di dramma sociale.

Attenzione, il dramma c’è e il disagio è più che reale. Però nessuno alza il tono della voce per attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica e dell’informazione per denunciare che il Governo del presidente Rosario Crocetta, di fatto, sta attuando una ‘macelleria sociale’ senza precedenti, impoverendo il settore e la Sicilia.

In verità, proprio in queste ore, qualche novità si avverte. I Cobas di questo settore – come abbiamo raccontato ieri – hanno dichiarato lo stato di agitazione. Oggi, stando a quello che ci dicono, in molte sedi non è ripresa l’attività formativa. I lavoratori hanno incrociato le braccia per avviare flebili forme di protesta.

I lavoratori del settore si sono risvegliati dall’anestesia agostana. Si ‘annusa’ un’aria di protesta. Però ancora non tira aria da mobilitazione generale.

Viene da chiedersi: com’è possibile che, di fronte all’inadeguatezza del Governo regionale, non sia ancora stato messo in piedi uno sciopero generale per far conoscere all’opinione pubblica che 8000 famiglie vivono malissimo (in pratica, tra i debiti) per colpa di un Governo regionale che ha deciso di non ottemperare alle obbligazioni assunte?

Dopo altri 50 giorni senza l’emissione di un mandato di pagamento in favore degli enti formativi e quindi dei lavoratori dipendenti, ci si aspettava una reazione veemente e forte da parte dei lavoratori e dei sindacati.

Certo, c’è stato agosto di mezzo. Ma desso siamo a settembre.

Qualche giorno fa è circolata la voce di uno sciopero generale di tutte le filiere del sistema formativo regionale per tornare a far sentire con crudezza l’emergenza sociale ed il notevole disagio delle famiglie dei lavoratori della Formazione professionale. Ma alle voci, almeno fino a questo momento, non sono seguiti i fatti concreti.

Ci aspettavamo, per esempio, una reazione democratica e incisiva di fronte alla confessione del presidente Rosario Crocetta e dell’assessore Nelli Scilabra, che hanno ammesso di aver tolto risorse finanziarie alla formazione professionale per indirizzarle verso i giovani, almeno sulla carta.

Infatti, poi si è scoperto che una parte delle risorse spostate dalla formazione professionale sono servite per ‘pilotare’ gli affidamenti diretti a società ‘esterne’ alla Regione che avrebbero dovuto – e in alcuni casi lo hanno già fatto – assumere giovani precari alla corte dei pupari del ‘Cerchio magico’ di Palazzo d’Orleans, sede del Governo regionale.

Se si fa eccezione per qualche estemporanea forma di lotta di singoli lavoratori, coraggiosi oltre che disperati al punto da minacciare di vendere un rene per vivere, o di accamparsi davanti la sede dell’assessorato, a Palermo, gli oltre 8000 operatori del settore, fino ad oggi, non si sono visti.

Continuano a sonnecchiare? Sono rimasti in vacanza? Oppure aspettano ‘la manna dal cielo’? Ha fatto comodo a qualcuno oggi lo stato di agitazione proprio il primo giorno di lavoro dopo una pausa di trenta giorni di ferie?

Le organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto l’accordo del 5 agosto scorso con l’Amministrazione regionale perché restano in silenzio? Come mai non ne difendono il contenuto chiedendo che l’Amministrazione regionale lo adotti?

Sono i soliti ‘giochi’ dei sindacati pronti a tradire i lavoratori?

Dove sono le direttive sull’avvio della terza annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato con le risorse del Piano Giovani?

Pende sul citato accordo una diffida di un gruppo folto di lavoratori proveniente da cinque province siciliane dove si contestano i contenuti in violazione con la normativa in vigore sui livelli occupazionali e sui processi di mobilità.

Siamo sempre alle solite. Da circa 22 mesi assistiamo allo stesso teatrino: il Governo Crocetta specializzato nel dribblare le emergenze, che nel settore della Formazione professionale significano una sola cosa: pagare gli stipendi.

E su questo argomento la giovane ‘assessora’ Scilabra non ha mai mantenuto le tante promesse mediatiche.

La querelle sui tirocini formativi, tonfo scandaloso dell’esecutivo del presidente Crocetta, è servita ad allentare la morsa sul mancato pagamento delle spettanze ai lavoratori del settore.

Paradossalmente la polemica politica scatenatasi all’indomani del fallimento del sistema informatico a supporto dell’incrocio domanda/offerta giovani/Aziende, è venuta in aiuto ad un Governo privo di idee che in un sol colpo si è sbarazzato di una dirigente generale divenuta scomoda – la dottoressa Anna Rosa Corsello – ed ha allungato di altri 50 giorni il mancato esborso di denaro. Lo sforamento del patto di stabilità nel corso del mese di agosto è stata l’ultima barzelletta in ordine di tempo.

Agi inizi di luglio il Governo e l’Amministrazione regionale avevano promesso che, nel giro di dieci giorni, sarebbero stati emessi decine di mandati di pagamento della filiera dell’obbligo formativo. Poi, il nulla.

Tanto per cambiare, alle parole non sono seguiti i fatti.

Agli operatori della Formazione professionale poco importa se Governo regionale e burocrazia hanno imbastito uno scontro titanico che ha portato alla sostituzione della dottoressa Anna Rosa Corsello, con la nomina di Gianni Silvia al dipartimento Formazione professionale e Lucio Oieni al dipartimento Lavoro.

Ciò che importa ai lavoratori non è stato garantito dal Governo del presidente Rosario Crocetta e da Nelli Scilabra, assessore alla Formazione professionale.

La titolare di uno dei rami dell’amministrazione più caldi da sempre ha continuato a svolgere il ruolo di prima donna, alzano l’asticella mediatica e scaricando le responsabilità, che sono solo politiche e quindi sue, sul dirigente generale, la dottoressa Corsello.

L’ex dirigente generale dei dipartimenti formazione professionale e Lavoro che ha solo la colpa di non aver ‘scaricato’ prima un Governo fin troppo condizionante che ha, spesso e volentieri, sconfinato nel ruolo sostituendosi o condizionando l’operato dell’Amministrazione regionale. Tesi sembrerebbe sostenuta con fatti e atti dalla dottoressa Corsello per un risvolto giudiziario che si annuncia epocale.

Ed allora, lo ribadiamo, ci saremmo aspettati un inizio scoppiettante del mese di settembre, dopo un agosto caldissimo sul versante degli scontri politici sui tirocini formativi, ma che ha dato poco o nulla in termini di pagamento delle retribuzioni in favore dei lavoratori del settore.

Anzi tutto il clamore mediatico per l’assegnazione di 1600 posti di lavoro precari per altrettanti giovani per sei mesi a 500 euro non è stato riservato dalla stampa e dall’opinione pubblica, invece, per il dramma di 8000 famiglie senza lavoro e senza stipendi, in alcuni casi da oltre due anni.

Il nostro non è un incitamento allo sciopero ad oltranza, per carità, non ne abbiamo il ruolo e non è il nostro obiettivo, ma l’analisi critica di un settore planato in una palude argillosa dove chi volesse fare qualcosa rischierebbe di essere inghiottito dalle ‘sabbie mobili’.

Un settore dove i soggetti dotati di ruolo e le responsabilità sembrano disorientati e senza direzione di marcia, mentre i lavoratori segnati nel destino atroce di una vita fatta di stenti e precariato.

 

Giuseppe Messina

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