Cultura e spettacoli

L’alta moda vestirà gli scrittori del Premio Strega: ecco una modesta proposta di stile (e coerenza)

Niente, devo vincere lo Strega, prima o poi. Non solo perché è prestigioso e ti fa vendere un botto di copie del libro, ma da quest’anno i finalisti saranno anche vestiti da uno stilista. Stasera la diretta alle 23 su RaiTre. Sono andato a leggere le dichiarazioni degli scrittori e sono tutti molto entusiasti dell’idea. Tranne Dario Voltolini che non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Chiara Valerio sarà vestita da Dior e tutta la comunità letteraria si sta chiedendo se Dior fa i gilet, una delle ossessioni della Valerio (lo ha detto lei che sono una sua ossessione, ne ha trecento, ma indossa sempre gli stessi tre, lo ha dichiarato a Vanity Fair) e che la fanno somigliare tanto al compianto Franco Battiato, criticato ferocemente dalla compianta Michela Murgia, amica della Valerio. Sì, i gilet Dior ci sono e si va dalle duecento euro a quello che speriamo Dior faccia indossare alla scrittrice: il gilet taffetà tecnico oblique da tremila euro. Sulla sponsorizzazione dei brand di moda stanno facendo tutti molta polemica, che è un po’ quello che si voleva e mi sembra giusto e santo.

Come hanno fatto notare il Premio Strega ha una lunga tradizione di eleganza e fino a non molto tempo le scrittrici sfoggiavano mise adatte alle occasioni e in qualche maniera esprimevano anche attraverso i vestiti il loro stile di scrittura (Oriana Fallaci vestita da inviata in camicia, pantaloni e mocassini mi piaceva tantissimo). Anche gli scrittori indossavano sempre dei completi. È vero, sì, che le scrittrici e gli scrittori vestivano elegantemente e tenevano sovente una sigaretta in mano, questo per dire che i tempi cambiano e se una volta gli scrittori fumavano e bevevano fino al delirio e passavano di festa in festa e frequentavano persone dalla dubbia moralità oggi gli scrittori sono un po’ bacchettoni, molto woke, spesso sono più manettari dei giudici delle sezioni penali, si dichiarano salutisti e vegani e stanno parecchio attenti all’integrità della loro immagine, perché oggi l’immagine conta più del testo e su questo non credo si possano sollevare dubbi e non è una polemica ma si deve prendere atto. Ma comunque.

Io ho un po’ un caratteraccio e quindi ben vengano gli stilisti ma mi piacerebbe che il sarto, in qualche maniera, mi vestisse rispecchiando il mio stile. E io ci tengo molto al mio stile, che è preciso, definitivo e insostituibile: non sentire freddo d’inverno e non sentire caldo d’estate. Datosi che il Premio Strega viene assegnato quando il caldo ti fa colare il cervello dalle orecchie e i liquori aumentano la sensazione di calore, io vorrei delle scarpe tipo imitazione delle crocs, coi buchetti, sono abituato alle imitazioni perché abito in campagna e nel paesino più vicino le crocs originali non le hanno e quindi le compro dai cinesi. Le imitazioni delle crocs dovrebbero essere accompagnate da calze alla caviglia, quelle corte, non fantasmini, perché col caldo il piede suda e con l’imitazione delle crocs capace che ti parte una scarpa e colpisce la tipa che sta segnando i voti sul tabellone.

Per la parte di sotto opterei per il pareo, che sventola. All’intimo ci penso io, anzi non ci penso perché sotto il pareo l’intimo non lo porto per sentire il venticello. Sopra metteri una maglietta con i buchi. Le mie magliette sono tutte con i buchi perché gioco con i cani e con i gatti e se una volta le usavo solo per casa adesso ho scoperto che le magliette coi buchi sono fantastiche d’estate perché fanno corrente d’aria, così ci vado anche alla Lidl. Ecco, non vedo l’ora di essere in finale al Premio Strega, così faccio creare questo incrocchio di cose da uno stilista e quando qualcuno mi chiede «Ma come cavolo ti sei vestito?» ci faccio il nome dello stilista e ciao.

Ottavio Cappellani

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