Primo posto in solitaria, tre vittorie su tre, otto reti realizzate a fronte di una subita: bilancio super per una società che, fino a fine giugno, neanche esisteva. L’Asd Tirrenia, infatti, sta per compiere il terzo mese di vita: sede a Giammoro, frazione di Pace del Mela (Messina), nata dalla fusione tra il Città di San Filippo del Mela (da cui ha rilevato il titolo di Promozione), la Gualtierese e il Comprensorio del Tirreno, la Tirrenia è guidata dal presidente Paolo Sciotto che ha subito tenuto a chiarire gli obiettivi: «Siamo ambiziosi ma non presuntuosi. Il palcoscenico della Promozione è complicato, ma noi vogliamo far bene non tralasciando l’attenzione al settore giovanile».
Piedi per terra e sano realismo, dunque: una linea sposata in pieno da Stefano Bucca, portiere della Tirrenia. «Conoscevo personalmente il presidente Sciotto e alcuni tra i dirigenti: sono persone serie e per bene, non ho avuto difficoltà ad accettare questa destinazione. Siamo una società nuova, è difficile poter prefissare subito un obiettivo – ammette Bucca – . Stiamo dando tutti il massimo dell’impegno: dobbiamo pensare a raggiungere la quota salvezza che, in un campionato equilibrato come il nostro, non è mai scontata, né semplice. Non ce la sentiamo, al momento, di fissare altri obiettivi: puntare alla permanenza è d’obbligo. Ci sono tante squadre attrezzate con giocatori importanti, non vedo partite facili: le squadre catanesi sono temibili, senza dimenticare Terme Vigliatore, Jonica e Giardini».
Il progetto tecnico della Tirrenia poggia le proprie fondamenta su un allenatore giovanissimo: Paolo Bitto, classe 1991, è alla prima esperienza in panchina in un campionato di Promozione. «Noi diamo massima disponibilità al tecnico, senza farci condizionare dall’età. Bitto è un ragazzo molto preparato, con importanti esperienze alle spalle: rispettare i ruoli è fondamentale. Oltre a essere molto bravo, poi, Bitto è una persona umile che ha anche il pregio di accettare il dialogo». Classe 1980, Bucca ha solcato i mari del calcio dilettantistico messinese a partire dalla stagione 1998-1999, quando ha esordito col Milazzo in Serie D. Da allora una carriera tra Promozione ed Eccellenza, con tappe a Due Torri, Sant’Agata, Orlandina, Torregrotta, Igea, Iniziativa San Piero Patti e Città di Milazzo.
Proprio durante questa avventura, nell’aprile del 2014, il portiere milazzese ha anche segnato un gol direttamente da calcio di rinvio, beffando l’estremo difensore del Gibellina: «Sicuramente fa piacere, non capita tutti i giorni una cosa del genere. Ad essere onesto il rinvio è stato favorito dal forte vento: è stato un episodio simpatico – ribadisce Bucca – al quale sono legato».
Il calcio come passione di una vita: Bucca spera di poter rimanere nell’ambiente anche dopo aver appeso i guantoni al chiodo. «Se dovessi togliere tempo alla mia famiglia, il calcio rimarrebbe la mia passione principale. In questo momento cerco di non pensare all’età che ho. Fino a quando avrò motivazioni forti e voglia di stare in gruppo con i ragazzi, condividendo la tensione delle gare, proverò a divertirmi. Quando riconoscerò di non essere più utile mi farò da parte. Nel 2015, poi, ho conseguito il patentino di allenatore Uefa B: vorrei rimanere nell’ambito calcistico allenando i ragazzini o i portieri più giovani». Il presente, però, lo vede ancora protagonista col numero 1 sulle spalle e la fascia di capitano al braccio: «voglio ribadire che l’unico gol subito finora è merito dell’atteggiamento di tutta la squadra: i miei compagni sono stati bravissimi, sinora, a farmi arrivare pochi tiri in porta».
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