Stefania Noce, al via il processo d’appello Chiesta l’infermità mentale per Gagliano

L’udienza è cominciata alle 10 di questa mattina e si è conclusa più di quattro ore dopo. Il processo d’appello per l’omicidio di Stefania Noce, la studentessa di 24 anni uccisa da Loris Gagliano – il suo ex fidanzato, oggi ventiseienne – il 27 dicembre 2011 a Licodia Eubea, è iniziato subito con un lungo dibattimento destinato a far discutere. E partito dalla richiesta, da parte della difesa, di considerare Gagliano affetto da un «disturbo narcisistico della personalità». È questa la prima battuta del procedimento di secondo grado, che arriva dopo la sentenza emessa dal tribunale di Caltagirone lo scorso 5 aprile: per il giudice Marcello Gennaro il delitto era stato premeditato e Gagliano era stato condannato all’ergastolo. Ma la linea della difesa, in questa nuova fase, è radicalmente cambiata.

«Stamattina è stato sentito un consulente tecnico, Eugenio Aguglia, che ha testimoniato sostenendo l’infermità mentale di Loris Gagliano», racconta Enrico Trantino, uno degli avvocati della famiglia Noce. Secondo Aguglia, professore ordinario di Psichiatria all’università di Catania, «il ragazzo avrebbe una percezione distorta della realtà, che lo porta a credere di subire atteggiamenti persecutori anche quando non è così». Un elemento, quest’ultimo, del tutto nuovo rispetto al procedimento di primo grado. Il giudice della Corte d’appello, Luigi Russo, potrebbe decidere, nel corso della prossima udienza – fissata per il 3 dicembre – di chiedere una nuova perizia psichiatrica su Gagliano. Da far svolgere, però, a un consulente nominato dal tribunale.

Foto di Gianluca Ricceri

«Oggi non è solo la data d’inizio del nuovo processo per l’omicidio di Stefania, ma è anche la giornata mondiale contro la violenza sulle donne», ricorda Adriana Palmieri, 21 anni, presidente dell’associazione Sen (Stefania Erminia Noce, ndr) che ha animato un sit-in davanti all’ingresso del Palazzo di giustizia etneo. «Sono 14 le associazioni che manifestano contro il femminicidio e la violenza di genere – dichiara Palmieri – Tutti gli intervenuti hanno indossato e indosseranno qualcosa di rosso, il colore che rappresenta la forza e la passione delle donne, ma anche il sangue che versano».

Per la stessa ragione, sono rosse anche le scarpe posizionate a terra in piazza Università che sono state lo fondo di un flash mob. «Ma non è finita – continua Adriana – Dalle 16 saremo in piazza Stesicoro, leggeremo le poesie che Stefania scriveva, tenteremo di sensibilizzare la gente, di scuotere le coscienze».

Luisa Santangelo

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