Non deporrà al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia il Capo dello Stato Sergio Mattarella, citato come teste a difesa dell’ex ministro Dc Nicola Mancino. Lo ha disposto la corte d’assise che celebra il dibattimento dopo la richiesta di revoca della citazione fatta dagli stessi avvocati di Mancino e prendendo atto che le altre parti processuali – pm e legali degli altri imputati – non si opponevano.
Mattarella era stato inserito nella lista testi della difesa prima della sua elezione a presidente della Repubblica. Mancino al processo è imputato di falsa testimonianza. Mattarella era stato citato per riferire sull’avvicendamento alla guida del ministero dell’Interno tra Vincenzo Scotti e Nicola Mancino, nel luglio del 1992. Il Capo dello Stato allora era vice segretario della Democrazia Cristiana. Per la difesa di Mancino – e questo aspetto avrebbe dovuto confermare Mattarella – la sostituzione di Scotti fu determinata da motivi politici.
Diversa l’ipotesi dell’accusa che vuole Mancino al Viminale perché ritenuto più accomodante di Scotti nei confronti dei clan mafiosi. I legali di Mancino hanno rinunciato alla testimonianza per «economia processuale» e perché, avendo già deposto altri politici sul punto, la prova era diventata «superflua». La revoca è stata comunicata con una nota alla corte d’assise che ora dovrà valutarla.
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