Palermo, che ti succede? Ha ragione Stellone quando dice che una sconfitta può anche starci, al culmine oltretutto di tredici risultati utili consecutivi, ma quando dopo un passo falso (inatteso e probabilmente anche immeritato analizzando il film della gara) arriva un ko (2-0) come quello che i rosanero hanno subìto oggi a Cremona vuol dire che qualcosa non va. Significa che sul cruscotto della macchina guidata da Stellone, vettura che nel girone di andata ha viaggiato a ritmi particolarmente sostenuti, sono comparse delle spie. Riconducibili al malfunzionamento di qualche ingranaggio legato sia alle gambe che alla testa dei giocatori. Forse è prematuro parlare di crisi – servono di solito almeno tre indizi per formare una prova – ma alla luce di ciò che ha fatto la squadra allo stadio Zini è possibile azzardare ugualmente delle conclusioni: il Palermo visto questo pomeriggio contro la Cremonese è destinato a fare poca strada, non resterà a lungo in vetta alla classifica e difficilmente potrà legittimare le proprie ambizioni in chiave serie A.
Troppo brutto per essere vero il Palermo ammirato oggi in terra lombarda. La formazione che aveva chiuso l’andata in testa alla classifica e con cinque punti di vantaggio sulle inseguitrici è rimasta ferma al 2018. E a questo punto diventa concreto il rischio che si ripeta il copione dello scorso anno con un Palermo in grado nella fase iniziale del girone di ritorno di vanificare il distacco maturato prima del giro di boa e di rovinare ciò che di buono aveva costruito nella prima parte del campionato. Le premesse sono simili: la squadra è imballata e, soprattutto, non gioca con la mente libera anche perché costretta, in questo caso, ad isolarsi ogni volta da fattori esterni svincolati dalla quotidianità del campo. La compagine di Stellone (allontanato per proteste al 67’ dall’arbitro Marinelli) non ha perso oggi per colpa delle mosse imprudenti dei nuovi proprietari inglesi, dei fastidiosi rumors di mercato o di una situazione societaria caotica e con diversi punti ancora da chiarire ma, nello stesso tempo, è innegabile che la somma di varie interferenze può disturbare la concentrazione di chi va in campo e non alimenta intorno al gruppo quel clima di serenità necessario per rendere in un certo modo.
Detto questo, a Cremona i rosanero la partita l’hanno persa sul campo. Senza alcun tipo di alibi al netto di un’emergenza (e al 33’ è stato sostituito l’attaccante Moreo out per un infortunio al polpaccio sinistro) che ha coinvolto in particolare il reparto difensivo privo di quattro effettivi e con Salvi, in grande difficoltà per tutto l’arco dei 90 minuti, spostato sulla fascia sinistra in un ruolo che non è il suo naturale. Fa riflettere il fatto che tutti (ad eccezione forse del portiere Brignoli protagonista di un paio di buoni interventi) abbiano steccato la partita. E che giocatori come Trajkovski continuino a commettere determinate ingenuità. Che Stellone dovrebbe stigmatizzare con forza e incisività perché non sono più tollerabili. Perché non si tratta di sbavature sul piano tecnico (che possono capitare e a tutti) ma di errori concettuali dettati da pigrizia e dall’incapacità di mettere le proprie qualità al servizio del collettivo. Come in occasione della gara persa venerdì scorso contro la Salernitana, poco dopo un grave errore di lettura del macedone (che nel caso specifico ha preferito tirare da posizione angolata piuttosto che alzare lo sguardo e servire compagni meglio piazzati in una situazione di superiorità numerica) al tramonto del primo tempo il Palermo ha subìto gol, l’1-0 firmato Arini su sponda di Claiton sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Piccolo.
Errare è umano ma perseverare è diabolico. E ha fatto bene Jajalo, in settimana, a sottolineare che se si antepongono gli interessi individuali (e la voglia di risolvere da soli le partite può rientrare in questa casistica) a quelli del gruppo vuol dire che qualcosa non va. Trajkovski deve ancora capirlo ma questo non significa che è stato l’unico colpevole della sconfitta odierna dei rosa. La squadra, che nel primo tempo ha fallito una ghiotta occasione con Chochev il cui colpo di testa da distanza ravvicinata su cross di Jajalo non ha impensierito il portiere, nella ripresa aveva il tempo di riprendersi dallo shock del gol subito pochi istanti prima dell’intervallo e di reagire con veemenza e invece non lo ha fatto. Giocando senza idee, perdendo ogni contrasto e non tirando mai in porta. Il gol del 2-0 realizzato al 70’ da Migliore (destro potente dal limite dell’area) ha tagliato le gambe agli uomini di Stellone, spaesati e sempre più in balia di una Cremonese compatta in difesa e che nell’ambito di una sfida in cui i contenuti agonistici hanno prevalso su altri aspetti ha avuto il merito di fare la differenza grazie alla qualità di alcuni singoli (in evidenza Piccolo, Migliore e il classe ’97 Strefezza che in passato è stato anche in prova per un breve periodo con la Primavera rosanero) dopo essersi imposta nettamente sull’avversario in termini di grinta e di combattività. Sul fronte rosanero, l’unica nota lieta in una giornata da dimenticare è stata l’esordio tra i professionisti di Cannavò. L’attaccante della Primavera, entrato al 75′ al posto di Chochev, non ha lasciato tracce significative ma nel suo curriculum la data del 26 gennaio 2019 occuperà sempre una posizione di rilievo.
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