Spartacus, sforato il patto di stabilità di 18 milioni al dipartimento Lavoro. La Corsello sapeva ed è stata zitta: perché?

L’INCREDIBILE NOTIZIA HA RAGGELATO GLI OPERATORI ED I LAVORATORI CHE DA NOVE GIORNI ATTENDONO DI CONOSCERE IL LORO FUTURO. IN POCHE PAROLE IL PAGAMENTO DEGLI STIPENDI POTREBBE SLITTARE DI ALTRI QUATTRO MESI!

Nono giorno senza Servizi pubblici per l’Impiego in Sicilia. Nell’Isola esiste il reato di interruzione di pubblico servizio? Sarebbe utile conoscere la risposta per meglio comprendere ciò che accade nella nostra Regione in materia di mercato del lavoro.

Intanto cala il freddo polare nel settore dei Servizi formativi e serpeggia il terrore nei corridoi del Ciapi. Andiamo con ordine.

E’ incredibile la notizia che vede il dipartimento regionale Lavoro avere sforato il patto di stabilità di diciotto milioni. Questo significa, in parole spicciole, per i mille e 754 operatori ex Spartacus, che attendono il pagamento delle spettanze maturate nei mesi di febbraio, marzo e aprile, dover aspettare altri mesi prima di ricevere quanto maturato per la prestazione di lavoro effettivamente resa. È un vera beffa. La dottoressa Anna Rosa Corsello non poteva non sapere dello sforamento, del suo dipartimento. Circostanza, invece, che era a sua conoscenza già a fine dicembre del 2013. Eppure silenzio assoluto, anzi il dirigente generale “tuttofare” ha continuato imperterrita, nei mesi scorsi, a distribuire sorrisi e rassicurazioni, dando dimostrazione, solo a parole, di avere in mano il pallino del gioco. I fatti la inchiodano alla responsabilità di avere sbagliato, prendendo per ‘i fondelli’ tutti, nessuno escluso. È stata lei stessa a darne comunicazione ai sindacati nel corso dell’incontro dello scorso 30 aprile, seguito ad una giornata di sciopero dei lavoratori.

La ragioneria centrale della Regione siciliana, aveva già indicato nei mesi scorsi a tutti i dipartimenti dell’amministrazione regionale il tetto massimo di spesa per garantire il rispetto del patto con lo Stato italiano. Questo significa che non ci sono soldi per i prossimi quattro mesi per i lavoratori ex Spartacus come per i precari siciliani. Il Ciapi non potrà fare nulla per ristorare i mille e 754 lavoratori delle retribuzioni maturate.

Ed allora qualche interrogativo è bene porselo. Come si fa a sostenere l’affidamento di ulteriori risorse al Ciapi, già gravato di trentacinque milioni di euro per il citato progetto Spartacus quando non sappiamo se sia riuscito a pagare i contributi e gli oneri in favore degli ex sportellisti?

Non è che adesso la dottoressa Corsello, apprendista sceriffo, invierà al Ciapi gli ispettori del Lavoro accompagnati dai Carabinieri per verificare gli emolumenti versati dall’ente ai propri lavoratori?

E se l’ente formativo di proprietà della Regione siciliana non avesse ancora versato i contributi e gli oneri a cosa andrebbe incontro? Subirebbe un verbale di accertamento dagli ispettori? Potrebbe, quindi, essere destinatario di un decreto di avvio del procedimento di revoca dell’accreditamento? Il presidente Egidio Ortisi e il direttore del Ciapi, Luciana Rallo, forse dovrebbero correre a proporre mille e 754 conciliazioni ad altrettanti lavoratori per evitare la revoca dell’accreditamento? Oppure, trattandosi dell’ente della Regione siciliana le regole adottate nei confronti degli enti privati non si applicherebbero al Ciapi? Disparità di trattamento in vista o momenti di terrore prossimamente a Priolo?

Ed ancora, un ente di formazione come il Ciapi, che si trova nella situazione testè descritta, come potrà gestire trentacinque milioni di euro del progetto Prometeo e candidarsi ai sessantasei milioni di euro per la Youth Guarantee?

Tante le domande che attendono risposte concrete. Anzi il Governo regionale inspiegabilmente manterrebbe da qualche giorno un sospettoso silenzio. Quale altro danno si appresterebbe a confezionare ai siciliani? Precisiamo che nessuno ce l’ha con Ortisi e la Rallo le questioni vere sono altre. Priorità imprescindibili che tentiamo di rappresentare ai nostri lettori nel tentativo di fare chiarezza nel settore con considerazioni provocatorie, frutto di indiscrezioni raccolte dal nostro giornale da alcuni osservatori del sistema formativo regionale.

Cominciamo col dire che, per come si sono messe le cose e per i danni che hanno accumulato i governi degli ultimi due presidenti, l’ex Raffaele Lombardo e l’attuale Rosario Crocetta, difficilmente potrà continuare ad essere sostenibile un contratto a tempo indeterminato visto che è sistematicamente violato per effetto del mancato finanziamento della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976. Considerazione aggravata dalla inesigibilità di molti istituti contrattuali dal Fondo sociale europeo. I tempi sono maturi per aprire un serio confronto sull’opportunità di mantenere o cancellare il Contratto collettivo di lavoro della categoria, visti i risultati in Sicilia. Sono sotto gli occhi di tutti i i due mila lavoratori, tra licenziati e dichiarati eccedentari, lasciati senza tutele e garanzie occupazionali.

Il progetto Youth Guarantee, oramai è risaputo, va a rimborso al raggiungimento degli obiettivi si potranno liberare le risorse per effettuare i pagamenti in favore dei lavoratori impegnati. Ed allora ci chiediamo come può il Ciapi, ente di formazione di proprietà della Regione siciliana, e quindi soggetto pubblico, assumere un’alea di risultato?

È anche risaputo che il Ciapi per raggiungere gli obiettivi del progetto Youth Guarantee avrà bisogno di alcune professionalità. Dov’è scritto che dette professionalità si trovino solamente tra i mille e 754 operatori degli Sportelli multifunzionali e non anche tra i lavoratori iscritti regolarmente nell’albo regionale?

E poi, è più opportuno procedere al demansionamento di quelle professionalità della platea Spartacus ? od invece, sarebbe più credibile verificare i requisiti anche tra gli iscritti all’albo visto che tutti gli operatori hanno una comune origine, e cioè la legge regionale n.24/76?

I sindacati questi temi sarebbe bene che li affrontassero con trasparenza e chiarezza per rendere edotti i lavoratori tutti, indipendentemente dalla tessera sindacale.

Prescindendo delle riportate considerazioni, mutuate dalle citate indiscrezioni, ci sentiamo di sostenere che sono due le posizioni che emergerebbero dall’analisi dei fatti. Da un lato il presidente Ortisi ed il direttore Rallo del Ciapi che si sbracciano per far ‘quadrare i conti’ e raggiungere gli obiettivi, facendo magari anche un po’ di confusione. E dall’altro la dottoressa Corsello che prosegue nel suo percorso di raffazzonamento per compiacersi, far bella figura, con questo o quell’altro mentre il settore cola a picco con tutti i lavoratori. Non si può assistere a questa ulteriore dimostrazione di scialacquio, con politiche attive del lavoro relegate ad uno stato di totale confusione.

Non è più tollerabile né credibile un dirigente generale che sta portando a compimento l’operazione di smantellamento di un sistema sociale. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, farebbe bene a rendersene conto. Il capogruppo di Forza Italia, come vi abbiamo raccontato in altro articolo, ha già preso contezza della gravità della situazione chiedendo le dimissioni della dottoressa Corsello da dirigente generale. Resterà intoccabile oppure visto il fallimento su tutta la linea il governatore licenzierà il suo sceriffo?

 

Giuseppe Messina

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