Diversi mesi di indagine, dall’ottobre 2018 al giugno 2019, infine il blitz e gli
arresti.
In dieci stanotte sono finiti in manette per spaccio e furti di piante e interi raccolti nelle campagne del Ragusano.
L’operazione Country Hide – chiamata così proprio perché i colpi venivano messi in atto in zone rurali – è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Ragusa, con il supporto dei colleghi di Cagliari e
Reggio Emilia, dei Cacciatori di sicilia, del nucleo elicotteri di Catania e di quello cinofili di Nicolosi.
Numerosi gli elementi a carico delle dieci persone, tutte pregiudicate. Sarebbero i responsabili di molti dei furti
avvenuti di recente:
piantine e interi raccolti rubati di notte, con danni ingenti per gli imprenditori. I capi d’imputazione sono
furto aggravato, detenzione e spaccio di droga in concorso.
«Tutto è partito dall’osservazione di movimenti sospetti nelle campagne – ha
spiegato il comandante
Gabriele Gainelli, presente insieme alla capitana Mariachiara Soldano – ci hanno fatto intuire che lo spaccio non avveniva più
solo più nelle classiche piazze, ma in periferia,
tra le serre, dove è più difficile
dare nell’occhio
. Qui davano appuntamento ai clienti, mentre nel caso
dei clienti più importanti, la droga veniva consegnata
a domicilio».
Otto persone adesso sono in carcere tra Ragusa, Cagliari e Reggio Emilia, due ai domiciliari.
Dietro le sbarre sono finiti Raffaele Agnello, ragusano di 55 anni, Mesar Ruci,
albanese di 44 anni, Cristian Masi, di Santa Croce Camerina, 25 anni, Fouad
Jaballah
, tunisino classe 1986, Abdenaur Guettache, algerino di 38 anni, Faical
Mansour
, tunisino classe 1977, Abderramane Beh Hassen e Salem El Kalem,
tunisino di 41 e 30 anni.
Agli arresti domiciliari sono stati posti
gli albanesi Artur e Francesco Liko,
classe 1993.
Abderramane da qualche tempo si era trasferito a Cagliari, e lì è
stato arrestato, Masi a
Reggio Emilia.
Le indagini sono giunte ad una svolta nel febbraio 2019, quando, durante
una
perquisizione nella villa a due piani con piscina, veranda e ampio giardino di
Raffaele Agnello,
sono stati trovati droga e 6.675 euro in contanti. Da lì sono
iniziati gli accertamenti patrimoniali che hanno permesso di dimostrare che
c’era una
sproporzione tra il possesso dei beni e la capacità reddituale di
Agnello e della coniuge.
La villa, pertanto, è stata sequestrata, insieme ai soldi
e allo stupefacente. Le perquisizioni di questa notte, inoltre, hanno permesso di
trovare due machete e un bastone chiodato, ovviamente sequestrati, a
dimostrazione della pericolosità di questi soggetti.
I dieci uomini avrebbero spacciato di tutto. Dalla marijuana (ne sono stati sequestrati due chili), all’hashish (3 chili ) fino ad eroina e cocaina.
Rinvenute anche 4600 piantine di
peperoni e 200 cassette di melanzane rubate,
insieme a 250 chili di
zucchine e a un ingente quantitivo di limoni.
«Le denunce degli imprenditori agricoli derubati sono arrivate in un secondo momento – ha spiegato la capitana Soldano – inizialmente le indagini hanno
preso il via solo dalle nostre attività di osservazione e dai servizi di repressione
che ci hanno permesso di capire come
le piazze dello spaccio si stessero
strategicamente spostando dal centro alle campagne
, per essere meno spudorati
e non destare sospetti. La campagna è a bassa densità di popolazione,
difficilmente raggiungibile, e loro sfruttavano la conformazione dei luoghi per
eludere i controlli».
In particolare, i tre albanesi (Ruci e i due Liko) sarebbero stati specializzati nella
commissione di furti e saccheggi nelle aziende agricole. Si erano
suddivisi le
mansioni
, c’era chi faceva i sopralluoghi nelle aziende e individuava la serra
nella quale i contadini piantavano o raccoglievano, e
quando vedevano che c’era
il raccolto pronto e accatastato tornavano di notte e portavano via tutto
,
indisturbati.
La droga sequetrata è stata rinvenuta disseminata in sacchi per la raccolta della
paglia, sotto i cespugli e nel giardino della casa di Agnello, che operava
nei
territori di Santa Croce Camerina e Marina di Ragusa
, occupandosi
prevalentemente della vendita dello stupefacente. Jaballah copriva la zona di
Vittoria, El Kalem quella di Donnalucata.
Oltre 50 sono stati i militari impegnati nell’operazione. I provvedimenti
cautelari sono stati emessi dal GIP del tribunale di Ragusa, su richiesta della
Procura della Repubblica.
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