«È inaccettabile che in una città che per anni è stata teatro della guerra che la mafia ha dichiarato allo Stato e che ha contato centinaia di morti sia ancora necessario ribadire che chi si candida a ricoprire una carica importante come quella di sindaco e qualsiasi altra carica elettiva debba esplicitamente prendere le distanze da personaggi condannati per collusioni mafiose». Sono le dure parole pronunciare da Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992. Tra pochi giorni verranno ricordati i trent’anni dalla strage di Capaci. Nei giorni scorsi Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Falcone, intervenendo alla presentazione del libro dedicato alla sorella e scritto da Felice Cavallaro, aveva detto che «a trent’anni dalle stragi la Sicilia è in mano a condannati per mafia».
Riferimento, seppur non esplicito, a Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro. Il primo, fondatore di Forza Italia ed ex numero uno di Publitalia ’80, è stato condannato in via definitiva per false fatturazioni, nel 1999, e concorso esterno in associazione mafiosa, mentre l’ex governatore ha scontato la sua pena per favoreggiamento alla mafia e rivelazione di segreto istruttorio. Entrambi negli ultimi mesi sono particolarmente attivi in politica per cercare alleanze, dispensare consigli e tracciare la strada che dovrebbe portare il centrodestra a correre unito alle amministrative di Palermo e alle elezioni regionali in autunno. Cuffaro, con la nuova Democrazia cristiana, sosterrà l’ex rettore di Unipa ed ex assessore di Nello Musumeci Roberto Lagalla. Dell’Utri, invece, starebbe cercando di trovare l’intesa tra Gianfranco Miccichè e il presidente della Regione, forse su mandato dello stesso Silvio Berlusconi. Con il primo ha cenato al ristorante Mec mentre con il governatore ha avuto un faccia a faccia, secondo l’ex senatore casuale, all’interno dell’hotel delle Palme.
«Dovrebbe essere assolutamente scontato, ma evidentemente non lo è, che chi aspira a rappresentare la capitale dell’antimafia, la città di Falcone e Borsellino, senza alcuna titubanza prenda posizione rifiutando endorsement di personaggi impresentabili. Eppure a pochi giorni dal trentesimo anniversario della strage di Capaci ci troviamo costretti a chiedere a chi intende amministrare Palermo di dire parole chiare contro i mafiosi e chi li ha aiutati e di ripudiarne appoggi e sostegno», continua Maria Falcone. «Condivido in pieno ogni parola pronunciata da Alfredo Morvillo. In tema di mafia i grigi non sono ammessi».
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