Nella gara disputata domenica al Dall’Ara con il Bologna è stato decisivo Vazquez con il gol-vittoria ma una grossa fetta di merito per il prezioso successo dei rosanero spetta di diritto al capitano Sorrentino. Il portiere campano è stato uno dei protagonisti del match con una serie di interventi provvidenziali che hanno blindato la porta della compagine di Iachini: «Sono contento e anche orgoglioso della mia prova ma guardo sempre avanti e la bella prestazione di domenica l’ho già archiviata – ha spiegato – Io sono sempre molto critico con me stesso e metto tutto nel piatto della bilancia ma, certamente, fa piacere sapere che riesco ancora a dare qualcosa in più nonostante i 36 anni. In ogni caso, divido sempre i momenti positivi e negativi con il resto dei compagni. Siamo un gruppo molto unito e a Bologna abbiamo conquistato tre punti molto imporranti per il nostro obiettivo (la salvezza, ndr) in una partita in cui le due squadre si sono affrontate a viso aperto. Una rarità per uno scontro di questo tipo».
La prestazione-super in terra emiliana rafforza la leadership di Sorrentino all’interno di un gruppo che, dal punto di vista sia tecnico che caratteriale, non può fare a meno del carisma del numero 70 rosanero. In questo momento, in pratica, è davvero difficile immaginare un Palermo senza Sorrentino. Ipotesi che, invece, non va scartata in ottica futura tenendo presente che il suo contratto scade il 30 giugno del 2016: «Sviluppi legati al possibile rinnovo? Non ci sono novità al momento. L’ultimo incontro con la società è avvenuto in estate e, allo stato attuale, non sono previsti altri appuntamenti. Io sono qui, non scappo, e vivo questa situazione in maniera molto serena consapevole che ci sono buoni presupposti per la fumata bianca e che nello stesso tempo, nel caso in cui non dovessimo trovare un accordo, non passerei per traditore. Resto però fiducioso ed è giusto pensare positivo. Il feeling con Zamparini, peraltro, è cresciuto. Si era fatta una certa idea su di me a causa di alcune referenze negative ma ha imparato a conoscermi e credo che mi apprezzi sia come persona che come calciatore. In ogni caso, se sono ancora qui lo devo a Iachini. Se non ci fosse stato lui non sarei ancora al Palermo».
La mente di Sorrentino adesso è assorbita dall’attualità che, in questo caso, corrisponde alla gara interna contro l’Inter in programma sabato sera: «Se al Bologna abbiamo lasciato un dieci per cento, non possiamo permetterci di fare la stessa cosa contro l’Inter, un’ottima squadra guidata da uno degli allenatori più bravi d’Europa (Mancini, ndr). I nerazzurri hanno una rosa enorme e ci aspetta una gara molto difficile». L’auspicio è che i rosa, sulla scia di Bologna, riescano a dare continuità ai propri risultati. E se fosse stato il ritiro in Friuli a rigenerare la squadra? Sorrentino anche in questo caso ha le idee molto chiare: «Sono assolutamente contrario. L’energia di Zamparini magari ci ha fatto bene e forse in questo momento il ritiro serviva per cercare di invertire il trend ma spero che non diventi un’abitudine anche perché in occasione delle gare vinte contro Genoa e Udinese nelle prime due giornate non eravamo stati in ritiro. Preferisco la sera stare a casa con la mia famiglia…». Anche in sede si può lavorare con concentrazione e continuare a coltivare i propri sogni come quello della Nazionale: «Nella mia carriera sono riuscito a centrare diversi obiettivi ma mi manca quello della Nazionale. Io ci spero ancora, certamente i 36 anni non aiutano. Proverò a fare prestazioni come quelle fornite a Bologna sperando di essere osservato ma, se non dovessi andare, non sarebbe un problema e resterei comunque il primo tifoso degli azzurri».
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