Sorrentino annuncia l’addio al Palermo «Devo riavvicinarmi alle mie figlie»

«Questa per me non è una giornata semplice, è anche un momento triste. Ringrazio innanzitutto la società che mi ha permesso di organizzare una conferenza allo stadio, visto che ad altri capitani in passato non era stato permesso. Ho deciso di lasciare il Palermo, una scelta figlia di tante valutazioni: immaginate una torta, il 70-80 per cento di questa torta sono motivi familiari, sento troppo la mancanza delle mie figlie, loro hanno bisogno di me e io di loro. Le mie figlie che vivono a Torino giocano a tennis e io non ho mai visto una loro lezione, non è mai bello quando le mie bambine di chiedono di fargli il regalo di essere presente e io non posso». Questo l’incipit dell’ultima conferenza stampa di Stefano Sorrentino da giocatore rosanero. Un addio che farà male ai tifosi che avevano nel portiere e capitano dei siciliani un idolo ormai assoluto. Sorrentino lascia il Palermo dopo tre anni e mezzo, con un bottino di 120 presenze e 148 reti subite e con una retrocessione in B, una promozione in A e due permanenze nella massima categoria. L’ultima di queste, particolarmente sofferta, è arrivata soltanto pochi giorni fa, dopo la partita contro il Verona.

Per il Palermo, dunque, continua la maledizione del capitano: «Non è stata assolutamente una questione di soldi, fosse stato questo già sarei andato in America o all’estero. I soldi sono importanti, ma non hanno avuto un peso determinante nella mia decisione. Ho avuto l’ultimo colloquio con la società a gennaio. Alla fine della scorsa estate, c’erano stati dei problemi e non eravamo riusciti a trovare un punto d’incontro, anzi le parti erano distanti. Le cose sono migliorate leggermente, stavamo cercando di trovare un accordo, ma da gennaio in poi la mia priorità è stata la salvezza. Avevo detto che non avrei più parlato del contratto e non avrei preso in considerazione eventuali altre offerte che ci sono state. Ora posso comunicare la mia decisione, valutata già da diverso tempo». Lo stesso portiere, però, ammette di essere rimasto colpito dal tutto esaurito in occasione della gara con gli scaligeri: «La decisione era presa, ma ammetto che queste saranno immagini che resteranno sempre nel mio cuore. Io sono un tipo che non piange mai e comunque non lo dà a vedere. Mi fa un po’ effetto rivedere le immagini di un Sorrentino che piange in pubblico, ma questo è frutto anche di tanta tensione accumulata e tanti sentimenti. Non mi vergogno, mi sono goduto questo momento fino all’ultimo ed è giusto lasciare in questo momento. Abbiamo aggiunto la ciliegina sulla torta, è come se fosse il coronamento di un qualcosa di molto importante perché abbiamo finito questa stagione da vincenti».

L’ormai ex portiere rosanero ha raccontato anche alcuni aneddoti riguardanti questa stagione: «È stata una stagione veramente particolare, abbiamo vissuto dei momenti incredibili. Alle quattro di notte non riuscivo a dormire e non prendevo sonno, andavo su Whatsapp e vedevo Maresca, Gilardino e Vitiello online, così chiedevo loro come mai fossero svegli. Insieme a loro cercavamo di fare tabelle di marcia per salvare questa squadra». Palermo, comunque, sembra aver lasciato un segno indelebile su Sorrentino: «Ho vissuto queste ultime quattro stagioni in maniera incredibile, ho sempre dato tutto me stesso, mettendo anima e corpo in questa avventura. So che non avrei potuto dare di più e anche per questo ho deciso di lasciare. Ringrazio di cuore tutti, indossare la fascia di capitano è stato un onore e una grande responsabilità. Non è stato facile perché mette tante pressioni, ma è stata un’esperienza bellissima. Io le conservo tutte, anche se purtroppo quella dell’altra volta non sono riuscito a recuperarla».

Ciò che il portiere si tiene stretto, sono anche diversi record raggiunti in rosanero: «Sono orgoglioso di aver rappresentato una piazza così importante come Palermo e di aver raggiunto tanti record, per esempio sono il portiere con più presenze e ho anche il record di longevità negli ultimi anni. Questi me li tengo ben stretti. Ho vissuto tanti momenti bellissimi e la salvezza, a parer mio, è ancora più bella della promozione di due anni fa, ma anche in quel caso fu una sensazione meravigliosa, vincemmo il campionato con tantissimi record. Ricordo con molto piacere anche il giorno in cui sono arrivato, sono sceso dall’aereo e già i tifosi mi acclamavano e mi facevano sentire uno di loro, questo non lo dimenticherò mai». Sorrentino ha poi ringraziato tutti, dal primo all’ultimo: così ha fatto con i giocatori, ma anche con staff, magazzinieri, ufficio stampa e società. Una dedica speciale ha però un destinatario ben preciso: «Voglio ringraziare in particolare Vincenzo Sicignano che ha contribuito a farmi diventare un uomo migliore e alla mia crescita. Mi dispiace solo che ci siamo incrociati alla fine del mio percorso professionale, se l’avessi incontrato prima magari avrei fatto altre grandissime cose. È un grande professionista, con lui mi sono trovato benissimo e grazie a lui sono arrivato a grandi livelli».

Non solo record, però. Nella mente di Sorrentino scorrono anche immagini di scene vissute tra i pali della porta rosanero: «La parata che ricordo con più piacere è stata quella su Paganini in Frosinone-Palermo, quando ho evitato il pareggio. Quella secondo me vale un buon 70 per cento della salvezza, perché se non avessimo vinto a Frosinone, mentalmente saremmo retrocessi. Non avremmo avuto la convinzione e la forza mentale di battere la Sampdoria e non ci saremmo salvati». Immancabile anche l’elogio per Gianni Di Marzio, arrivato a Palermo nel momento più complicato per i siciliani: «La sua presenza – confessa Sorrentino – è stata fondamentale, determinante. Nessuno può dubitare del fatto che senza di lui non ci saremmo salvati. Con la sua energia e la sua carica si è rivelato molto importante, io lo conoscevo perché aveva allenato mio padre». Se per molti, però, Sorrentino era il collante tra i senatori rosanero, il portiere smentisce tutti raccontando anche del rapporto particolare con un giovane come Edoardo Goldaniga: «Con Goldaniga abbiamo un bellissimo rapporto, per farvi capire di che tipo vi basti pensare che lui chiama la mia compagna Sara zia».

Sorrentino tornerà ora a Verona: «Il mio futuro sarà al Chievo – spiega lo stesso portiere –, anche se ancora non ho firmato il contratto. È stato trovato l’accordo (biennale, nda), ma ci tengo a precisare che l’offerta dei gialloblu non è affatto più vantaggiosa di quella del Palermo, come ho letto da qualche parte. L’offerta migliore era quella dei rosa, a questo proposito voglio ringraziare anche il presidente Zamparini, ma purtroppo per i motivi che ho già elencato non ho potuto accettarla. Adesso torno a Verona perché mi sono lasciato bene con Campedelli: ero stato messo fuori dal progetto prima di arrivare al Palermo, anche per questo voglio tornare lì, oltre che per la vicinanza con le mie figlie». Oltre a quelli rosanero, il portiere è inevitabilmente legato a doppio filo anche ai colori granata e a quelli gialloblu: «Nel corso delle interviste ripeto sempre che devo ringraziare Torino e Chievo per quello che mi hanno dato nel mio percorso professionale, ma non posso non aggiungere il Palermo che resterà sempre nel mio cuore. Ho conosciuto tantissime belle persone e vissuto tante emozioni. Nei giorni scorsi, inoltre, la mia compagna Sara ha postato quella cosa sui social ed è proprio vero che quando vai al sud piangi due volte».

Il portiere, inoltre, ha voluto evitare di parlare di ciò che era successo con Ballardini a gennaio: «Oggi è la chiusura di un cerchio e non voglio tornare su argomenti un po’ antipatici, sicuramente è stata una stagione stressante che mi ha anche logorato. Ma ci tengo a precisare che io non ho esonerato Ballardini, non ho questi poteri e se li avessi avuti avrei firmato un contratto di dieci anni. L’importante è che ci siamo chiariti, lui a Coccaglio ci ha chiesto scusa e dovreste fare questa domanda al mister. Non so per quali motivi, lui era convinto che noi italiani remassimo contro, ma noi non siamo mai andati contro nessuno. La situazione si è risolta e auguro al mister le migliori fortune».

Per quanto riguarda il futuro della squadra rosanero, Sorrentino ha un consiglio per la dirigenza: «Gilardino è stato mio compagno di camera, io sono stato uno dei fan e degli sponsor di Alberto. Non si diventa campioni del mondo per caso, so che persona era e ho avuto la conferma stando vicino a lui anche fuori dal campo. Non so quello che succederà e non voglio intromettermi in fatti che non mi competono, ma consiglio al Palermo di tenerlo e di far sì che rimanga al centro del progetto». Belle anche le parole dette su Franco Vazquez: «Il Mudo è un grande giocatore, fa la differenza e ha la capacità di cambiare le sorti di una partita. Merita una grande squadra, ma spero per lui che sia una vera grande. Se fosse una squadra di media classifica, non avrebbe senso cambiare». Infine, l’ormai ex estremo difensore ha parlato di chi potrà essere il suo erede sia come capitano, sia come portiere: «Non mi sono posto il problema su chi potrebbe essere il mio potenziale erede per la fascia di capitano. Invece posso dire che fare il portiere a Palermo non è facile, Posavec è giovane, ha 20 anni e grandi margini di miglioramento. Sono convinto che farà una grande carriera e che si toglierà grandi soddisfazioni».

Luca Di Noto

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