di Silvia D’Alia
Mario Monti riflette. E forse ci ripensa. A che cosa? Alla sorte dell’euro. Anzi dell’Eurozona. E lo fa con una riflessione che regala al seminario organizzato dalla Confindustria finlandese ad Helsinki. “Se lo spread dovesse rimanere a livelli troppo elevati per troppo tempo – fa sapere il Presidente del Consiglio del nostro Paese – il rischio è quello di avere in Italia un governo non europeista, non favorevole all’euro e non orientato alla disciplina fiscale”.
Ma va! Insomma anche Monti scopre che gli italiani hanno le scatole piene dell’euro e dei problemi che la moneta unica europea ha creato all’economia del nostro Paese, alle imprese e, soprattutto alle famiglie.
Resta da chiedersi: perché Monti lancia questo avvertimento proprio in un momento di ‘calma’, e cioè proprio quando lo spread è sceso? Forse i motivi potrebbero essere due. Magari tra loro legati.
Primo motivo: il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) si riunisce dopo le promesse del presidente, Mario Draghi, che ha detto a chiare lettere che farà tutto il possibile per salvare l’Eurozona. A Draghi, però, si oppone il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, contrario alla linea Draghi. Insomma: l’intervento di Monti potrebbe essere visto come un aiuto a Draghi. E come un avvertimento alla Germania.
Secondo motivo: ad agosto non si escludono altri attacchi all’Eurozona. Sopratutto se la linea Draghi risulterà perdente. Da qui l’ipotesi – che adesso anche Monti comincia a prendere n considerazione – di un’Italia sempre meno europeista…
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