Nuova misura cautelare emessa nell’amito dell’inchiesta Sorella Sanità, sul giro di corruzione che avrebbe condizionato le gare d’appalto per le forniture nel settore della sanità. Il tribunale del Riesame aveva già disposto l’arresto di Vincenzo Li Calzi, 45enne originario di Canicattì, già coinvolto nel primo filone dell’inchiesta ma non destinatario di misure cautelari da parte del gip. La misura è diventata esecutiva dopo il pronunciamento della Cassazione sul ricorso del 45enne.
Li Calzi, che è finito ai domiciliari, è un collaboratore di Salvatore Manganaro, già arrestato a maggio e negli ultimi mesi protagonista di una collaborazione con gli inquirenti. I giudici del Riesame hanno accolto il ricorso dei pubblici ministeri. Li Calzi è accusato di corruzione aggravata in concorso con l’ex manager dell’Asp di Trapani Fabio Damiani, lo stesso Manganaro, l’amministratore delegato di Tecnologie Sanitarie Francesco Zanzi e il responsabile operativo della stessa azienda Roberto Satta.
Nello specifico Li Calzi avrebbe avuto un ruolo nell’aggiudicazione di due gare d’appalto per la manutenzione delle apparecchiature elettromedicali. La prima fu bandita dall’Asp di Palermo, la seconda dalla centrale unica di committenza della Regione Siciliana. Secondo i magistrati Li Calzi avrebbe svolto il ruolo di contabile delle tangenti per conto di Manganaro.
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