Sei appartamenti sequestrati nel centro di Catania. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del nucleo economico finanziario, su disposizione del tribunale, ed è collegata a un’indagine che riguarda Simona Marchese, Isidoro Torrisi e Alessandro Torrisi. I tre sono rispettivamente moglie e figli di Paolo Torrisi, titolare dell’omonimo studio di consulenza amministrativa e contabile deceduto sei anni fa.
Da una verifica effettuata dalle Fiamme gialle sarebbe emerso un debito tributario pari a 19 milioni di euro. Con l’obiettivo di eludere l’azione di riscossione del fisco, i familiari avrebbero ideato un testamento olografo riconducibile a di Torrisi, il quale affidava il patrimonio ai nipoti.
«I figli e la moglie hanno formalmente rinunciato all’eredità, in modo da evitare che l’amministrazione finanziaria potesse sostituirsi a loro e richiedere il reintegro della cosidetta quota di legittima», scrivono i finanzieri, sottolineando come la grafia del testamento fosse diversa da quella del defunto. I tre devono rispondere di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
«La cooperazione tra l’amministrazione finanziaria, il nucleo economico di Catania e l’Agenzia delle entrate di Palermo è stata determinante – ha dichiarato il tenente colonnello Gennaro Tramontano intervistato da Radio Fantastica – Per sottrarsi al debito, il sistema di frode aveva consentito di usare il falso testamento per evitare che gli appartamenti potessero essere usati per contribuire a ridurre il debito d’imposta».
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