La somministrazione di lavoro è una forma di contratto lavorativo che si sta sviluppando rapidamente negli ultimi tempi, ma le cui funzionalità potrebbero non essere del tutto chiare. Poiché è una tipologia di contratto che porta numerosi benefici alle aziende e ai datori di lavoro, ma anche agli stessi lavoratori, abbiamo realizzato questo articolo per spiegare in maniera trasparente e semplice cosa si intende per somministrazione di lavoro. Cominciamo col dire che i soggetti chiamati in causa sono tre e che di fatto si stipulano due diversi contratti. Le aziende (utilizzatori) possono rivolgersi ad agenzie di lavoro autorizzate (somministratori) per richiedere le prestazioni di lavoratori. Non tutte le agenzie per il lavoro possono fornire questo tipo di servizio, ma solo quelle regolarmente iscritte in un albo informatico presso l’Anpal.
Un primo contratto di somministrazione, definito commerciale, viene stipulato tra l’utilizzatore e il somministratore e può essere a tempo determinato o indeterminato. Un secondo contratto, detto di lavoro, viene invece sottoscritto tra il somministratore e il lavoratore somministrato e anche in questo caso può essere a tempo determinato o indeterminato. Come vengono regolati i rapporti tra i tre soggetti? L’agenzia per il lavoro si occupa della retribuzione del lavoratore, della gestione contributiva, del rispetto delle normative contrattuali e in generale di tutti gli aspetti burocratici. Inoltre deve anche garantire la formazione e la sicurezza del lavoratore. L’azienda viene di fatto sgravata da una serie di impegni, consentendole di risparmiare sui costi per la selezione e l’assunzione del personale e guadagnare tempo prezioso per dedicarsi maggiormente al suo core business. L’azienda utilizzatrice è comunque tenuta a rispettare le condizioni di lavoro, altrimenti il lavoratore può rivolgersi all’agenzia per far valere i suoi diritti. In pratica quindi il lavoratore è sotto contratto con l’agenzia per il lavoro, ma offre i suoi servizi all’azienda utilizzatrice.
I lavoratori che hanno sottoscritto un contratto di somministrazione a tempo indeterminato possono beneficiare degli stessi diritti degli altri dipendenti assunti a tempo indeterminato. Inoltre il lavoratore assunto a tempo indeterminato ha anche diritto a un’indennità di disponibilità per quei periodi in cui non viene mandato in missione presso altre aziende, in pratica quando non lavora. Il contratto di somministrazione a tempo determinato ha invece una durata limitata che non può superare i 24 mesi. In pratica può essere prorogato fino ad un massimo di sei volte nell’arco dei 24 mesi e ogni proroga deve essere giustificata da esigenze specifiche e va formalmente comunicata al lavoratore. È opportuno sapere che questa forma di contratto, per essere valida, deve essere obbligatoriamente messa per iscritto. I vantaggi sono numerosi per tutti i soggetti: l’azienda utilizzatrice può beneficiare di una gestione flessibile del personale e coprire vuoti temporanei senza dover assumere direttamente, mentre i lavoratori possono accedere a numerose opportunità lavorative e, in alcuni casi, ottenere anche un’assunzione diretta a tempo indeterminato.
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