«Mi fu presentato durante la campagna elettorale del 1999 come un giovane industriale che poteva essere utile». Sono le parole scelte dall’ex sindaco di Caltanissetta Salvatore Messana per descrivere l’inizio della conoscenza con Antonello Montante. Messana ha parlato oggi nell’aula bunker di Caltanissetta come testimone nel processo con rito ordinario nato dall’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex numero uno di Confindustria Sicilia, già condannato a 14 anni in abbreviato.
Messana ha risposto alle domande del pubblico ministero Maurizio Bonaccorso, spiegando di avere incontrato per la prima volta tramite un sottoufficiale della guardia di finanza. Di lì a breve Messana sarebbe diventato sindaco del capoluogo nisseno per la prima volta. Un’elezione, che si svolse a poche settimane dall’inizio del nuovo millennio e sette mesi dopo l’omicidio del sindaco Michele Abbate. L’ex sindaco è rimasto in carica fino al 2009. Sono gli anni della ascesa di Montante. Tra i ricordi Messana c’è anche un’audizione in commissione nazionale antimafia. Era il 2005. «Fu un’esperienza molto faticosa – ha detto Messana in aula -. Mi sentii pressato senza motivo. Le domande erano molto incalzanti e poste soprattutto dalla senatrice Napoli, dal senatore Lumia e dall’onorevole Cristaldi».
Al centro dell’audizione ci sarebbe stata l’influenza che Vincenzo Di Pietro – ex presidente di Confindustria Caltanissetta, assolto per mafia ma destinatario di una maxi-confisca di beni e, soprattutto, tra i principali rivali di Montante dentro l’associazione degli industriali – avrebbe potuto avere sul Comune di Caltanissetta. «Fui formalmente audito e sostanzialmente interrogato – ha specificato Messana -. La senatrice Napoli mi elencò più di venti domande aventi quasi tutte lo stesso oggetto e mi disse: “Guardi, sono tante domande, lei faccia mente locale”». L’ex sindaco nisseno ha raccontato poi di un incontro definito «non casuale» con l’allora presidente della commissione nazionale Antimafia Roberto Centaro. Incontro proposto da Montante, che lo contattò per prendere un caffè. All’appuntamento si presentò anche Centaro. «Ebbi la sensazione che tutto questo non accadeva per caso», ha commentato Messana.
Spazio anche per parlare di Rosario Crocetta. L’ex governatore, attualmente indagato in un filone dell’inchiesta, nel 2009 fu eletto a Bruxelles. A quella tornata elettorale partecipò anche Messana, senza però spuntarla. Le domande stamani sono state poste anche dal legale di Montante Giuseppe Panepinto. Ed è rivolgendosi all’avvocato che Messana ha parlato di un incontro di un convegno nella biblioteca di Caltanissetta. «Partecipò anche Crocetta, allora sindaco di Gela. In quell’occasione parlò di questa rivoluzione culturale che stava portando avanti nella sua città – ha detto Messana – e ci rimproverò del fatto che noi non eravamo coraggiosi. Parlò esplicitamente anche di Pietro Di Vincenzo. Io allora parlai di alcuni esempi di cose positive che stavamo facendo. Crocetta si alzò dicendomi: “Stai zitto perché stai tutelando la mafia dei colletti bianchi”». Messana ha poi parlato dell’agire dell’ex governatore definendolo «un metodo declamatorio, che enfatizzava ogni cosa, un metodo secondo cui chi diceva qualcosa contro era un mafioso».
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