Siracusa: record per le tragedie, in 120mila a teatro Un giovane attore: «La città cambia colori e odore»

Quasi 120mila spettatori in totale, con una media quotidiana di oltre 2.500. Sono questi i numeri da record con cui si è concluso, il 26 giugno scorso, il 52esimo ciclo delle rappresentazioni classiche organizzato dall’Istituto nazionale del dramma antico nel teatro greco di Siracusa.

«La qualità delle produzioni e dell’organizzazione, unito al fascino unico di questo evento – si legge in una nota dell’Inda – hanno consentito di raggiungere 119.377 spettatori, il numero più alto fin qui conseguito nei 102 anni di vita della fondazione, con la crescita del 3,6 per cento rispetto all’anno scorso. Tra di essi, oltre 37mila erano studenti provenienti da tutta Europa. Ogni sera, sono stati presenti a teatro 2.840 spettatori, l’11 per cento in più rispetto all’anno precedente. Una crescita di pubblico che si è riverberata anche sugli incassi, aumentati del 7 per cento rispetto al 2015».

Dopo una partenza in ritardo a causa delle complesse problematiche che hanno portato, lo scorso febbraio, al commissariamento della Fondazione Inda, la principale manifestazione del teatro in prosa in Italia si è confermato un appuntamento imperdibile per un numero sempre maggiore di spettatori. «Il successo della stagione dell’Inda – ha dichiarato il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – dimostra quanto sia alta la domanda di buona cultura. Dovere delle istituzioni è, come ben fatto dalla storica istituzione siracusana, rispondere a questa domanda con una programmazione di qualità, che sappia essere al contempo divulgativa, sperimentale e innovativa».

Lo stesso Franceschini era stato, a febbraio, il firmatario del decreto per il commissariamento della fondazione Inda che si era reso necessario dopo verifiche e ispezioni fatte, alla fine del 2015, sulla gestione della fondazione. Dopo le dimissioni forzose di Gioacchino Lanza e la sovrintendenza del ministro Franceschini, è stato nominato commissario straordinario dell’Inda l’ingegnere Pier Francesco Pinelli, manager ed esperto di economia della cultura. «La fondazione Inda – ha detto – insieme alle istituzioni e ai cittadini di Siracusa, ha fatto crescere nel tempo l’evento straordinario del ciclo delle rappresentazioni classiche. A partire da questo punto fermo, l’Inda deve ora svolgere la missione di promuovere la cultura e il teatro classico nell’immenso patrimonio dei teatri in pietra italiani e internazionali».

Protagonisti speciali delle rappresentazioni classiche sono stati anche i giovani allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico, in particolare i 20 ragazzi che hanno concluso il triennio e hanno ricevuto il diploma di attori professionisti che è stato loro consegnato direttamente sul palco dal presidente del Senato, Pietro Grasso. «Per un attore, l’esperienza di recitare al teatro greco di Siracusa è una cosa particolare – racconta a Meridionews Francesco Torre, uno dei ragazzi che si è diplomato quest’anno all’Accademia del dramma antico – innanzitutto perché Siracusa fra maggio e giugno diventa proprio un’altra città, quando ci sono le rappresentazioni classiche cambia colori e odore. E poi soprattutto perché il teatro greco aretuseo è diverso rispetto agli altri, essendo ideato come il teatro si faceva un tempo, ovvero con la cosiddetta rottura della quarta parete e con il pubblico sopra l’attore. A tal proposito – ha aggiunto il 24enne – pensare che ogni volta che siamo andati in scena sopra di noi ci fossero più di cinquemila occhi che ci guardavano, mi crea una certa emozione. E questa è la cosa che rende più difficile il mestiere: la sensazione data dalla consapevolezza di dover mantenere altissima la concentrazione per tutta la durata dello spettacolo, perché si rimane sempre sotto lo sguardo del pubblico».

Il tema del rapporto fra il teatro e la città sarà al centro del ciclo di rappresentazioni classiche del 2017 che prevede la messa in scena della commedia di Aristofane Le Rane e di due tragedie, I sette contro Tebe di Eschilo e Le fenicie di Euripide.

Marta Silvestre

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