Tutelare la riserva Ciane e Saline e salvarla dall’attuale stato di abbandono. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa, sottoscritto stamani dal commissario straordinario dell’ex provincia aretusea, Giovanni Arnone e da Legambiente Siracusa, Associazione Lipu, Associazione Siracusa San Paolo Apostolo, Natura Sicula, Italia Nostra Onlus, Comitato Parchi Siracusa, Naturalchemica Siracusa e Siracusa Forum. Il paradosso, secondo il comitato, è che l’istituzione della riserva ha peggiorato la situazione iniziale, «raggiungendo – denuncia Giuseppe Ansaldi, del Comitato Parchi – livelli di degrado difficilmente immaginabili prima che la riserva venisse istituita. La parte rimanente delle saline è stata abbandonata a sé stessa, con il canneto che ha ormai invaso la maggior parte dei pantani e delle caselle, provocando una conseguente perdita di biodiversità. Ciò che è più paradossale è che, nonostante l’impiego di ingenti risorse economiche (pari ad oltre un milione di euro) per acquisire l’intera salina al demanio e per interventi di restauro delle vecchie case dei salinari, le discutibili modalità operative adottate hanno di fatto prodotto uno snaturamento dell’habitat preesistente». Anche le strutture, sempre secondo l’ecologista, sarebbero in totale stato di abbandono e «soggette all’attività erosiva del mare che crea seri problemi di cedimenti delle fondazioni, mai consolidate».
Da questa situazione nasce il protocollo d’intesa.«È interesse comune e generale – si legge nel documento – la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio costituito dalla vegetazione naturale presente sul territorio della provincia, in particolare la salvaguardia della biodiversità presente nell’area della riserva Fiume Ciane e Saline di Siracusa». Le associazioni, secondo quanto si apprende, si impegneranno a valutare, assieme all’ente gestore, le azioni da svolgere all’interno dell’area naturale grazie alla costituzione di un tavolo di indirizzo permanente. L’impegno del libero consorzio comunale di Siracusa sarebbe quello di supportare e sovraintendere alle varie attività. «Il contributo che possiamo fornire – dice – è di tipo culturale, promuovendo per esempio attività didattiche per le scuole. Questa iniziativa è soltanto una dimostrazione di buona volontà da parte di noi cittadini che abbiamo a cuore le sorti dei beni ambientali del nostro territorio».
Gli ambientalisti accusano che la mancanza di interventi negli anni avrebbe causato, tra le tante cose, «la scomparsa di circa un quarto della superficie delle saline» e chiedono di garantire la regolare fruibilità del sentiero lungo il corso del Ciane. «Gli ultimi incendi di questa estate – continua Ansaldi – hanno determinato una situazione talmente grave da far scomparire per centinaia di metri, nel tratto medio-alto del fiume, parecchie centinaia di piante di papiro e parecchi alberi di frassino, di particolare pregio. Non sono state rimosse le piante bruciate – accusa l’uomo – pertanto quelle nuove stanno ricrescendo sul sedime di materiale vegetale marcescente. Tutto ciò determina un effetto paesistico di estrema incuria di una riserva importante in cui il fiume Ciane è ormai da considerarsi inesistente». Le condizioni di degrado, dunque, pare non consentano di raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’accordo se prima non si realizzano alcuni interventi prioritari, necessari anche per incrementare il flusso turistico, attualmente in carenza.
La riserva naturale orientata fiume Ciane e Saline esiste dal 1984 ed è situata nella periferia della città di Siracusa. Il decreto istitutivo dell’assessorato Territorio e Ambiente della Regione siciliana prevedeva, tra le finalità, quella «di salvaguardare e rivitalizzare il papiro lungo l’intero corso del fiume Ciane e conservare i valori ambientali della zona umida delle Saline di Siracusa», ma «alla luce dei risultati conseguiti – conclude Ansaldi – il bilancio appare decisamente negativo».
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