Più forte degli scetticismi, più forte delle previsioni e più forte anche di una situazione che lo ha costretto a giocare le prime giornate di campionato tutte lontano dallo stadio De Simone. È il Siracusa di mister Paolo Bianco, chiamato quest’anno a sostituire Andrea Sottil che lo scorso anno fece benissimo chiudendo la regular season in quinta posizione e qualificandosi ai play off. E come ogni squadra che si rispetti, anche gli azzurri possono contare su una vecchia guardia di tutto rispetto, con giocatori come Lele Catania, il capitano Fernando Spinelli, Carmine Giordano e Nicola Mancino a farne parte insieme ad altri giocatori d’esperienza come Marco Turati e Andrea De Vito e a tanti giovani di qualità e in rampa di lancio. E il successo in rimonta per 4-2 sul Cosenza ha dimostrato una volta di più di che pasta è fatto questo Siracusa: gli aretusei, dopo essere andati sotto per 0-2, hanno portato a casa i tre punti grazie alle reti di Grillo, Catania e alla doppietta di Sandomenico. Un risultato che proietta il Siracusa in quarta posizione a quota nove punti (uno in meno di Catania e Lecce) con gli aretusei che però hanno una gara ancora da recuperare.
E proprio il numero dieci del Siracusa, Lele Catania, è una delle anime di questo gruppo. Classe 1981, il calciatore ha ben 36 primavere alle spalle, ma rappresenta una delle scommesse vinte dalla dirigenza: durante la scorsa estate, infatti, il presidente Gaetano Cutrufo aveva affermato di volere tenere e scommettere su di lui a occhi chiusi anche per il campionato appena iniziato e i risultati, almeno finora, gli stanno dando ragione. Per Lele Catania – catanese di nascita tra l’altro – questa è la terza stagione in azzurro, maglia alla quale è legato dalla stagione 2015/16 e dalla vittoria in serie D. Con il Siracusa in campionato ha finora collezionato 71 presenze e ben 34 gol, per una media invidiabile che sfiora quasi un gol ogni due partite. Roba non da poco, anche se si tratta di un attaccante, soprattutto se si va a guardare l’età. In carriera ha giocato anche in serie B con le maglie di Nocerina e Cosenza, ma in passato ha vestito pure le maglie di Acireale, Paternò, Tivoli, Igea Virtus, Taranto, Andria, Potenza, Avellino, Sorrento e Akragas. Tante squadre dunque nel suo cuore, con la Sicilia che riveste un ruolo particolare anche della sua carriera. Cosa che nello scorso giugno lo portò a dichiarare: «Firmare questo rinnovo per me rappresenta quasi un record. Non sono mai stato in una società per più di due anni, a dimostrazione di quanto sia felice di continuare a giocare con questa maglia».
E a proposito di ruoli particolari, Emanuele Catania a Siracusa sta vivendo una seconda giovinezza. Dato per finito da molti, l’attaccante ha fatto ricredere tutti a suon di gol, pur cambiando posizione in campo. In azzurro gioca infatti adesso come fantasista, ma non per questo segna meno di prima. Inoltre, durante la gara dello scorso anno in trasferta contro il Matera per 0-4 (vero e proprio capolavoro tattico di Sottil), gli aretusei erano in totale emergenza a centrocampo e Catania si adattò a ricoprire un ruolo alla Pirlo in mezzo al campo, risultando alla fine uno dei migliori. Atteggiamento tanto professionale in campo quanto da leader fuori dal campo: Lele Catania è tutto questo, per la simpatia che lo contraddistingue all’interno del gruppo e per gli scherzi di cui sono vittime i suoi compagni di squadra, come quest’estate quando durante il ritiro battezzò il nuovo acquisto Giangiacomo Magnani con un gavettone mentre stava eseguendo degli esercizi. Ed elementi come lui sono dei veri e propri valori aggiunti, irrinunciabili per le squadre di cui fanno parte.
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