«Non ho mai fatto nessuna promozione né dato un euro in più a nessuno, durante il periodo in cui sono stato amministratore di Pubbliservizi». Silvio Ontario, ex presidente della partecipata della Città metropolitana di Catania, spiega di non conoscere la storia dell’indagine per corruzione elettorale a carico del deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino. Il suo nome, però, è scritto nero su bianco negli atti dell’inchiesta. Per via di Salvatore e Damiano Capuano, padre e figlio, il primo titolare di una gastronomia nei pressi di corso Italia e il secondo consigliere del II municipio di Catania (eletto tra le file di Diventerà bellissima) nonché operaio della Pubbliservizi.
Le ormai famose chat di mister 32mila preferenze sono state passate al setaccio dalla Digos di Catania. Dentro ci sono anche i messaggi con Ontario, imprenditore del settore biomedico, un passato da presidente di Confindustria giovani Sicilia e, adesso, tra gli attori delle manovre di avvicinamento di Raffaello Follieri verso il Calcio Catania. «Risolviamo questo problema di Capuano […] Silvio, ci tengo tanto», gli scrive Sammartino a maggio 2017. Il tema è abbastanza semplice: secondo gli investigatori, il giovane Capuano vorrebbe diventare responsabile dei settori Manutenzioni o Viabilità. Un desiderio assecondato con forza anche dal padre dell’attuale consigliere di municipio.
Ciò che accade, però, non è quanto i due politici (Capuano e Sammartino) si aspettano dall’amministratore di Pubbliservizi. «Mantiene impegno», garantisce il renziano all’adesso musumeciano (con un passato da autonomista e un altro da sammartiniano, prima di approdare al movimento del governatore della Regione Siciliana). Il tempo scorre, da maggio si passa a giugno e l’incontro desiderato non avviene. L’ipotesi è che Capuano vada al settore Pulizie. «Silvio… – interviene via WhatsApp Sammartino – Eravamo rimasti o Manutenzioni o Viabilità». Lo stesso giorno, un’ora dopo, sembra tutto risolto: è Silvio Ontario a mandare al deputato regionale un selfie che lo ritrae accanto a Damiano Capuano, col pollice alzato a sottolineare l’accordo.
A spiegare che le cose non vanno proprio bene è Salvatore Capuano, indagato anche lui. «Damiano non ha voluto parlare davanti a loro – scrive il padre al deputato – Riesci a farmi un regalo? Sono io che te lo chiedo. Io che metto la faccia e ho fatto anche un patto con te […] Voglio esserti fedele, ma tu devi dimostrarmelo». L’onorevole s’infastidisce. «Silvio è stato serio con noi, ha ascoltato – afferma a mo’ di replica – Adesso mi sembra davvero un capriccio». Il riferimento è a cercare, per il ragazzo, un altro settore di lavoro. Magari il servizio Custodia.
Sembra la storia infinita. È luglio quando ancora se ne parla. Ontario tenta di mettere una pezza: vero che il settore è quello delle pulizie, ma Capuano non ha nessuno «sopra». «È lui il responsabile». Anche se nei fatti e non nel contratto, sembra intendersi. Bisogna arrivare a luglio perché il clima si rassereni, grazie alla presunta promessa di una revisione dell’organigramma di Pubbliservizi con la formalizzazione del ruolo. Quello, però, è un periodo complicato. Ci sono i lavoratori coinvolti nel blitz sull’istituto musicale Vincenzo Bellini, a seguire l’inchiesta Cerchio magico della procura di Catania su Adolfo Messina (ex presidente della partecipata, poi condannato), si parla di liquidazione della società che non naviga in buone acque, i sindacati scendono in piazza un giorno sì e l’altro pure, le ombre si addensano sulla tenuta della partecipata. Infatti a settembre Sammartino è di nuovo sollecitato da Damiano Capuano: «Ti ricordi di fargli la chiamata a Silvio?» «Fatta. Fagli risolvere alcune cose e si parte. Tutto come concordato».
Si fa ottobre e ancora niente. Ma ormai c’è da pensare alle elezioni regionali 2017, quelle che poi consacreranno l’ex dem re delle preferenze in salsa sicula. I Capuano si impegnano, distribuiscono fac simile, promettono voti. Uno lo documentano anche: c’è una foto della scheda dentro al seggio, con il nome scritto ben chiaro. Poco prima, a comunicare l’avvenuta preferenza, è stata una zia.
«Sicuramente io e Sammartino ci siamo sentiti in quel periodo, ma non ricordo cosa ci siamo detti», replica a MeridioNews Silvio Ontario. Lui il deputato regionale lo conosce da anni, ma a eventuali raccomandazioni, se fossero avvenute (e lui non lo ricorda, sottolinea), avrebbe risposto come a tutti: «Ascoltavo, e poi facevo tutto l’opposto. Capuano l’ho penalizzato, gli ho tolto incarichi e responsabilità. Ricordo di averlo spostato da un settore, non ricordo quale (con 400 dipendenti è un po’ complicato), perché c’era qualcuno più portato di lui. Certamente non l’ho agevolato». Tornando indietro con la memoria, non ricorda neanche appuntamenti organizzati. Del resto, secondo lui, quella di «promuovere l’amico dell’amico» è una «mentalità antica». Parla da «amministratore di aziende private», ribadisce più volte.
La Ontario group che Silvio Ontario ha contribuito a creare, in effetti, è un colosso del settore biomedico e delle forniture di apparecchiature altamente sofisticate. Nelle carte su Sammartino la sua azienda viene citata di striscio. A parlare è un consulente della Higea Italia, una delle imprese private che avrebbero aperto le porte ai «raccomandati» sammartiniani. È lui a menzionare una familiare di Ontario, spiegando che quest’ultima aveva contattato «il dottore Sciacca e fissato un appuntamento». Il contesto è quello delle scuse. Non voleva, dice il consulente, che l’onorevole si sentisse scavalcato. Il dottore Sciacca, del resto, viene identificato meglio poco dopo. «Tuo zio». Cioè Giuseppe Sciacca, amministratore delegato del gruppo Humanitas. L’argomento dovrebbe essere approfondito, ma Sammartino rimanda a un’altra volta. «Scusami, ma sono incasinato con la presentazione delle liste».
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