Sammartino, «i rapporti preferenziali» con gli imprenditori Raccomandati tenuti in stand by e assunti dopo le elezioni

È nel cellulare sequestrato il 26 febbraio 2018 a Luca Sammartino che gli investigatori sono convinti di aver trovato le prove per dimostrare lo scambio tra voti e assunzioni. La Digos etnea, su ordine della procura di Catania, ne viene in possesso nel contesto dell’indagine sulle Regionali 2017 in cui il deputato fu indagato e archiviato per la vicenda del voto in una casa di cura. E nell’analisi dei 390mila messaggi, di cui oltre quattromila chat di Whatsapp, emergerebbero i collegamenti non solo con chi avrebbe venduto la sua preferenza e il suo impegno per il deputato, ma anche con gli imprenditori (ma nessuno di loro è indagato) che avrebbero aperto le porte ai raccomandati dal politico. 

Secondo gli inquirenti, ad esempio, con l’amministratore di Elisicilia Luca Mallia Sammartino vanta «rapporti preferenziali». E non a senso unico. La disponibilità del giovane imprenditore troverebbe fondamento in quella del quasi coetaneo politico. Almeno così ipotizzano gli investigatori ritrovandosi di fronte una chat tra i due che ha per argomento l’appalto per la vigilanza antincendio all’aeroporto Fiumicino di Roma, da 2,5 milioni di euro. Elisicilia, con sede tra Modica e Pozzallo, partecipa in Rti con Ok Gol e vince l’appalto. La seconda arrivata, la Gsa Gruppo servizi associati, però si rivolge al Tar che le dà ragione. Poi il colpo di scena: il Consiglio di Stato ribalta la sentenza ed Elisicilia si aggiudica definitivamente l’appalto. È proprio nel tempo che intercorre tra Tar e Consiglio di Stato che si inserisce la richiesta di aiuto di Mallia a Sammartino (che non rientra tra i fatti contestati), che il 24 agosto risponde: «Sto provando a trovare una soluzione per Roma, complicato tutti in ferie… Continuo senza fermarmi». E lo rassicura sul buon esito: «Si può, poi ti dico». Il 16 settembre un Mallia esultante comunica: «A Fiumicino abbiamo vinto». «So», è la secca replica di Sammartino che dimostra di essere già stato informato da altri canali. 

La Procura di Catania ha passato in rassegna gli appalti aggiudicati da Elisicilia e li ha incrociati con eventuali contatti telefonici tra Sammartino e Mallia nei giorni prossimi alle gare. In un caso – l’appalto del Cas per il servizio di sorveglianza per interventi urgenti sulle autostrade A18 e A20 – gli investigatori registrano quattro sms e tre chiamate tra i due. Senza però riuscire a risalire al contenuto.

Ben più frequenti sono i contatti di Sammartino con il nisseno Giuseppe Bonanno (non indagato). Che durante il periodo preso in esame dalle indagini si rapporta al deputato in una duplice veste: sia come procuratore e direttore tecnico della Pfe, sia per conto di Althea Italia (di cui è intermediario prima e dipendente da inizio 2018). La Pfe è una delle più grandi società di pulizie che opera in Sicilia e nel portfolio ha un lunghissimo elenco di clienti, moltissimi in ambito sanitario. E proprio a cavallo delle gare a cui partecipa nelle Asp di Messina e di Agrigento, e dell’azienda Vittorio Emanuele a Catania, la Digos etnea registra un frequente triangolo di comunicazioni tra Bonanno, Sammartino e Luca De Caro, direttore commerciale di Pfe (non indagato), di cui però non viene approfondito il contenuto. 

Ma è soprattutto come intermediario di Althea Italia, colosso nazionale nel campo della tecnologia biomedica, che Bonanno si sarebbe reso utile. Ad esempio per l’assunzione di Giuseppe Musumeci, ex consigliere comunale di Catania, pure lui indagato per corruzione elettorale. «Ti chiedo di intervenire come sai fare tu», scrive Sammartino a Bonanno. «Non ti preoccupare, la risolviamo come sempre», la replica. Rassicurazioni che arrivano anche per l’assunzione di Filippo Scandurra, figlio di Carmelo, attuale sindaco di Aci Castello (quest’ultimo indagato). «Per me sono vitali», scrive e Sammartino a Bonanno rispetto al contratto del giovane e di un altro nominativo. 

Il deputato di Italia Viva sembra muoversi in casa propria anche all’interno dell’istituto di vigilanza privata Ancr, di Salvatore e Diego Debole (non indagati), padre e figlio originari di Centuripe ma molto attivi nel Catanese. I contatti con i due iniziano nel 2014. Gli inquirenti parlano di «ottimi rapporti» e di «reciproco scambio di favori, compresi quelli di natura elettorale quando Sammartino ne ha necessità». In cambio gli imprenditori avrebbero bussato al politico «nel momento in cui gli occorre un qualche intervento di natura politica, palesando la loro riconoscenza ogni qualvolta ottengono quanto richiesto». 

È all’Ancr, ad esempio, che sarebbe stato assunto dietro segnalazione di Sammartino, Enzo Rizzotto, figlio di Nino, assessore di Mascalucia indagato dalla procura etnea. «Siccome l’azienda non si è fatta sentire in merito al contratto di Enzo – scrive Rizzotto senior a Sammartino in un momento di sconforto e rabbia – oggi ho fatto un controllo in ufficio e risulta che lo hanno prolungato. Il prossimo deve essere a tempo indeterminato perché mio figlio e io ci sentiamo presi per i fondelli, anzi per il culo». «Non avere mai dubbi, pensa al tesseramento», la pronta risposta del deputato regionale che riporta subito il suo fedelissimo all’ordine, ricordandogli l’impegno per le imminenti primarie del Pd (quelle del 30 aprile 2017 stravinte da Renzi). 

Stando agli atti delle indagini, quella di tenere in attesa per settimane o mesi chi gli chiede un lavoro, sembrerebbe un metodo adottato spesso da Sammartino. Specie in prossimità degli appuntamenti elettorali a lui cari. Lo stesso Rizzotto, nonostante le promesse iniziali di un contratto a tempo indeterminato e le ripetute richieste, deve aspettare diverso tempo prima che i presunti patti si realizzino. A settembre la lettera di trasformazione del contratto a tempo indeterminato è pronta, Sammartino informa Rizzotto senior che risponde con un cuore e moltiplicando il suo impegno per le imminenti regionali. «Sto girando come una trottola», gli scrive. Ma quella trasformazione verrà formalizzata solo a gennaio 2018. Prima c’è da pensare alle Regionali del 2017.

Succede anche a Marco Mirici Cappa, ex consigliere di circoscrizione a Catania, eletto in una lista di centrodestra e poi passato, a novembre 2016, con i sammartiniani di Catania 2.0. Adesso è indagato con l’accusa di avere scambiato il suo impegno nella ricerca di voti con un’assunzione a Elisicilia. Da febbraio 2017 Cappa comincia a chiedere a Sammartino un aiuto per trovare un contratto. «Lavoro per te, stringi i denti», gli scrive il deputato il 4 febbraio. Nei successivi mesi le richieste di Cappa si fanno sempre più insistenti, così come il suo attivismo per l’imminente appuntamento con le primarie del Pd. «Voglio l’elenco dei tuoi amici che vanno a votare», gli raccomanda il deputato. L’assunzione arriverà il 29 luglio, ma qualcosa non funziona come promesso. E a novembre Cappa torna alla carica per chiedere un intervento del suo referente politico sull’azienda. «Ne parliamo dopo la campagna, adesso dobbiamo solo lavorare, cerchiamo voti», la risposta di Sammartino, in piena campagna per le Regionali che lo vedranno trionfare con 32mila preferenze. Quelli immediatamente dopo le Primarie del 30 aprile 2017 sono giorni fortunati anche per l’ex consigliere Musumeci che viene assunto (in questo caso a Higea Italia), dopo varie vicissitudini, a partire dal 2 maggio. 

Salvo Catalano

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