La notizia del trasferimento della prefetta Maria Guia Federico a Campobasso non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Proprio in questi giorni il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto valutare le nuove designazioni, e negli uffici prefettizi sul territorio c’era una certa attesa. Lo stesso, però, non può dirsi per gli uffici romani dei Servizi per la cura dell’infanzia e degli anziani non autosufficienti. Quelli di cui è responsabile Silvana Riccio, colei che di Federico prenderà a brevissimo il posto e che fino a oggi ha supervisionato, tra le altre cose, la gestione dei fondi Pac destinati a questo genere di servizi sociali.
Nel curriculum di Riccio, però, ci sono scrivanie importanti. All’inizio della sua carriera c’è quella di capo di gabinetto alla prefettura di Roma. Poi – dopo essere stata nominata prefetta nel 2007 – ci sono gli uffici di Rieti e Piacenza. Ma c’è soprattutto la sua profonda conoscenza dei meccanismi anticorruzione a cui si sono affiancati i compiti di commissaria straordinaria nei Comuni di San Cipriano D’Aversa e Casal di Principe, sciolti per le infiltrazioni della Camorra. Luoghi in cui il suo lavoro era stato apprezzato: il settimanale l’Espresso raccontava il riscatto della roccaforte del clan dei casalesi a partire dalla raccolta differenziata, effettuata con una ditta confiscata alle cosche. «Bisogna trasmettere con le azioni e non a parole che le condizioni di vita e i servizi possono migliorare ed esistere per tutti in maniera trasparente e uguale», diceva Riccio ai giornalisti.
La «prefetta di ferro», come la definisce il quotidiano La Stampa, è stata poi direttora generale del Comune di Napoli, fortemente voluta dal sindaco Luigi De Magistris nel 2011. Il quale, però, l’ha rimossa poco dopo perché sarebbe mancato il «rapporto fiduciario». Un licenziamento che sarebbe da ricondurre, sostiene Riccio, al rifiuto di firmare i documenti per alcune assunzioni che, secondo lei, non avrebbero avuto copertura finanziaria. Un fatto che il primo cittadino e la sua giunta non avrebbero digerito. La nomina di Riccio, appena confermata da un comunicato del Consiglio dei Ministri, arriva dopo le profonde tensioni che hanno caratterizzato l’operato appena concluso della ormai ex prefetta etnea Maria Guia Federico.
La funzionaria ha dovuto affrontare, soprattutto a partire dal 2015, nodi di rilevante interesse pubblico. Dal Cara di Mineo all’appalto sui rifiuti nel Comune di Catania, passando soprattutto per la relazione della commissione antimafia all’Ars sulle presunte ombre di Cosa nostra a Palazzo degli elefanti. Tutte vicende che le erano costate una convocazione a Palazzo San Macuto di fronte alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose presieduta da Rosy Bindi.
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