«Non si fa che minimizzare, ma i numeri sono questi e parlano chiaro». Sono cifre, quelle snocciolate dal segretario generale del Coisp Sicilia Maurizio Senise, che in effetti non sembrano restituire il migliore degli scenari. Specie per quanto riguarda Palermo, dove mancano almeno 600 agenti delle forze dell’ordine, in linea con il trend negativo seguito dall’intera Isola, dove l’organico di polizia si è andato sempre più riducendo negli anni. Buchi che, secondo il sindacato, contribuiscono in parte a generare quei numerosi episodi di violenza e di aggressioni che si sono verificati nell’ultimo anno. Personale ridotto all’osso, quindi, chiamato a sopperire a una mancanza via via sempre più ingestibile. Eppure ci sarebbe qualcuno pronto a prendere il posto di chi comincia a prepararsi per la pensione.
«Ad oggi ci sarebbero due aliquote di personale prontamente disponibili – spiega Senise -, parliamo rispettivamente di 61 e 161 militari, già risultati idonei alle selezioni per rivestire la qualifica di agente della polizia di Stato. Ma non sono stati ancora assunti e quindi non assorbiti dalla graduatoria a scorrimento per un vizio di natura legislativa che, nello specifico, dovrà essere superato al più presto per non disperdere ulteriori risorse umane e tutelare il diritto all’assunzione di queste persone». Assunzioni che effettivamente, in futuro, dovranno comunque avvenire, perché decise «in seguito a un decreto previsto nel bilancio», uno scorrimento di graduatoria che non viene fatto per i concorsi riservati ai militari e per il quale deve esserci un capitolo di bilancio apposito per assumere queste persone, che sono idonee ma non possono essere di fatto assunte.
Queste, poi, dopo avere fatto il corso, se verranno prese saranno smistate in tutte le città in base alle esigenze delle varie province, «magari li mandassero tutti a Palermo, visto le mancanze che abbiamo», osserva il segretario generale. Negli ultimi tempi, spiega più avanti, ci sono tuttavia state delle assunzioni, che però non andranno a colmare prima del 2021 tutti gli effettivi pensionamenti che ci saranno nelle forze dell’ordine. «Dovremmo essere 117mila ma al momento siamo circa 97mila – precisa Senise -. Questo gap si va riducendo a poco a poco, ma in maniera decisamente lenta, malgrado gli interventi recenti di questo governo. La situazione a Palermo è tuttavia gestibile, ma solo grazie agli sforzi di poliziotti e carabinieri, che fanno spesso dei turni continuativi che non finiscono dopo le sei ore previste, turni massacranti insomma, conditi dell’amor proprio del poliziotto. Le volanti sul territorio sono pure diminuite, arrivando a essere quasi la metà rispetto agli anni passati, i numeri si sono assottigliati enormemente».
Carenza di personale, ma anche di mezzi e risorse quindi. Che incide inevitabilmente in maniera negativa sul funzionamento dell’intero apparato amministrativo, avviato al collasso. «Inoltre – torna a dire il segretario generale -, la carenza di auto e divise vede le prime in parte vetuste e spesso ricoverate per guasti senza alcuna sostituzione, e le seconde, usurate negli anni, senza la possibilità di sostituzione per l’endemica mancanza di taglie. Non è più possibile attendere ancora oltre un reale potenziamento di tutto l’apparato sicurezza in Sicilia come nel resto del Paese, al fine di adeguarne gli organici ed offrire ai servitori dello Stato tutti gli strumenti necessari a garantire la propria l’incolumità e la stessa vita, quotidianamente sempre più esposta a rischi inaccettabili».
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