Non solo povertà economica, ma anche educativa. Il rapporto 2016 di Save The Children sulle condizioni formative in Italia descrive una situazione in cui la Sicilia occupa i primi posti negli indici riguardanti i disagi nel mondo della formazione. Le analisi dei ricercatori hanno preso come punti di riferimento gli obiettivi Illuminiamo il futuro 2030, che mirano a garantire a tutti i minori la possibilità di apprendere e sviluppare le proprie competenze in un ambiente scolastico che li protegga da situazioni di emarginazione.
«In Italia sono oltre un milione i bambini e gli adolescenti che vivono in povertà assoluta – si legge nel rapporto – ma c’è anche un’altra povertà, ugualmente grave e drammatica: la povertà educativa, ossia la privazione delle competenze necessarie a bambine, bambini e adolescenti per crescere e costruirsi un futuro». Nel nostro Paese, stando alle statistiche, circa il 25 per cento dei 15enni «non raggiunge le competenze minime in matematica e un quinto in lettura, percentuale che aumenta significativamente fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale». La Ong sottolinea come la povertà educativa determini limitazioni anche nelle opportunità di crescita «dal punto di vista emotivo, delle relazioni con gli altri, della scoperta di se stessi e del mondo».
Fra tutti, è forse il dato riguardante l’accesso alle attività creative il più preoccupante. «Il 64 per cento dei minori non accede a una serie di attività come leggere un libro, andare a teatro o a un concerto, visitare un museo o un sito archeologico», scrivono i ricercatori. Dato che per i giovani siciliani sale al 79 per cento. Nella classifica tra le regioni, ad avere l’indice di povertà educativa più alto è proprio la Sicilia con un punteggio di 118,76, seguita da Campania (118,64), Calabria (113,87) e Puglia (111,83). Il dato più basso, invece, riguarda la Lombardia.
Soffermandoci sui livelli di apprendimento, gli studiosi hanno raccolto i dati riguardanti la percentuale di 15enni che non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica e lettura, le cifre sulla dispersione scolastica e la partecipazione alle attività culturali. Anche in questo caso, la regione messa peggio è la Sicilia con un punteggio di 123,85. Subito dopo vengono la Calabria (123,63) e la Campania (120,41). Per i minori del Meridione, condizioni decisamente distanti rispetto ai coetanei del Nord con Trentino, Friuli e Veneto che registrano i livelli migliori.
Infine, per quanto riguarda l’offerta educativa – percentuali di classi primarie e secondarie senza tempo pieno, mancanza del servizio mensa e della connessione internet veloce – il discorso non cambia di molto. Anche se, in questo particolare indice, la Sicilia è superata – in negativo, si intende – da Puglia e Campania. Una magra consolazione, in un contesto generale che non fa ben sperare.
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