Ruoterà attorno al tema del rapporto tra design, comunicazione visiva e territorio la seconda edizione di Sicilia Felicissima, convegno promosso da dall’accademia di design e arti visive Abadir insieme all’Aiap (associazione italiana design della comunicazione visiva) e all’azienda Caffè Moak. Già l’anno scorso l’iniziativa aveva attratto giovani designer, enti e aziende, autori di sessanta progetti di comunicazione visiva.
La sede è sempre quella del Coro di notte del Monastero dei Benedettini di Catania. Oggi, dalle ore 9, verrà presentata assieme al convegno – occasione di confronto tra addetti ai lavori e non solo – anche la seconda edizione dell’omonimo concorso aperto ad enti pubblici e privati, istituzioni e progettisti di comunicazione visiva, grafici e aziende che vogliono raccontare i propri progetti di comunicazione.
Se da una parte l’obiettivo dell’incontro è dimostrare il valore delle iniziative volte a promuovere la qualità della comunicazione come volano per lo sviluppo economico, culturale e sociale dell’Isola, dall’altra si tenta di dare spazio a aziende e istituzioni pubbliche siciliane che, collaborando con professionisti della comunicazione visiva, puntano a «valorizzare le risorse materiali e immateriali» della regione.
«I vincitori dell’anno scorso sono stati Andrea Inzerillo e Donato Faruolo con il Sicilia Queer International Filmfest di Palermo, progetto di cui si parlerà nel pomeriggio all’interno dello spazio dedicato alle case history», spiega Eva Grillo, coordinatrice delle attività di direzione che affianca la direttrice di Abadir Lucia Giuliano. «Quest’anno ci aspettiamo un aumento del numero di partecipanti – aggiunge – anche perché c’è una novità: il concorso si apre anche alle tesi di laurea dei neolaureati nel campo della comunicazione visiva».
Lungo il corridoio del Coro di Notte verrà poi inaugurata la mostra dei progetti finalisti della prima edizione del concorso Sicilia Felicissima – visitabile dal 5 al 7 dicembre – in cui si racconta attraverso pannelli e prodotti l’esperienza dei primi partecipanti.
«C’è un filo rosso che parte da scuole e università, attraversa il territorio interessando grafici e designer di comunicazione visiva e si conclude con la partecipazione di aziende del territorio che credono fortemente in questo comparto – conclude Eva Grillo – Bisogna però sensibilizzare le aziende in questo senso perché non tutte, ancora, credono nel significato e nel valore della comunicazione visiva».
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