Un en plein alla rovescia, una bocciatura su tutta la linea che arriva alla fine di un’estate in cui la crisi idrica è tornata a farsi sentire in maniera importante in tutta l’isola. La domenica del governo Musumeci è stata disturbata dalla notizia dell’esclusione dai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dei progetti presentati nel settore degli interventi per il miglioramento della gestione delle risorse idriche destinate all’agricoltura. Il decreto della direzione generale Sviluppo rurale del ministero per le Politiche agricole è stato firmato il 30 settembre e raccoglie l’elenco dei progetti esecutivi che saranno finanziati con priorità, quello dei progetti definitivi che saranno finanziati soltanto se resteranno somme a sufficienza e quello di chi invece è già tagliato fuori. In questa terza lista sono finite tutte le proposte inviate a Roma dall’assessorato guidato da Toni Scilla.
Il componente della giunta regionale è stato il primo a reagire, alludendo a motivazioni che vanno oltre l’aspetto strettamento tecnico. «Apprendiamo dal Mipaaf che solo 31 (in realtà sono 32, ndr) dei 63 progetti presentati dalla Sicilia sono stati presi in considerazione. E questo la dice lunga sulla recidiva ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana – ha detto Scilla -. Con quale criterio e come si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra. Il ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa». Secondo l’assessore regionale all’Agricoltura, la bocciatura celerebbe un «atteggiamento ostile» da parte del governo nazionale, che remerebbe, al pari dell’opposizione all’Ars, contro gli interessi dei siciliani.
Scorrendo la lista dei progetti dichiarati inammissibili si trovano opere che inevitabilmente farebbero bene alle attività degli agricoltori dell’isola. Nel complesso la Sicilia ha presentato proposte per circa 423 milioni di euro, una cifra di poco inferiore alla metà di quella riservata a tutta l’Italia al capitolo interventi nell’agrosistema irriguo. Alla fine però nell’isola non dovrebbe arrivare neanche un soldo. Si va dalla manutenzione della rete irrigua nella conca del fiume Delia all’ammodernamento dei sistemi di telecontrollo finalizzati al risparmio nel lotto Paceco, nel Trapanese, alle opere di distribuzione comprensive di realizzazione di una vasca di accumulo al servizio del fiume Belice Sinistro, nel Palermitano. Niente da fare anche per i progetti per il miglioramento dei sistemi di adduzione e distribuzione nelle aree di Castelvetrano, Menfi e Sciacca, tra le province di Trapani e Agrigento, così come per l’alimentazione a gravità dei comprensori irrigui a monte della diga Castello, nell’Agrigentino. Destino simile nella stessa provincia anche per il progetto definitivo per l’alimentazione a gravità della vasca Alta Martusa di Caltabellotta e l’irrigazione delle contrade nell’agro di Ribera.
A non ricevere finanziamenti saranno anche i progetti per l‘ammodernamento delle infrastrutture nei comprensori Biviere e Cimia, nel Gelese, e l’efficientamento dell’impianto di Valle dell’Acate, nel Ragusano. In provincia di Catania, cattive notizie per il ripristino della funzionalità idraulica del canale Cavazzini a valle del torrente Monaci, per i lavori di completamento dello schema irriguo Gerbini 2, ma anche per il ripristino dei rami nord e sud-est dello schema irriguo sinistro Dittaino e per la sostituzione nella stessa zona delle condotte in amianto. Esclusi dai fondi del Pnrr l’ammodernamento della rete in contrada Cuticchi, a Ramacca, e per i lavori da fare ai canali di scolo dei pantani Gelsari e Lentini. Bisognerà trovare altre forme di finanziamento anche per i lavori di ristrutturazione delle reti nei territori di Carlentini e Francofonte, nel Siracusano. Cattive notizie infine anche nel Messinese: a essere bocciati dal ministero per le Politiche agricole sono stati anche i progetti presentati per il fiume San Paolo, nei territori di Francavilla di Sicilia e Motta Camastra, e il miglioramento dei sistemi di adduzione e distribuzione nella valle dell’Alcantara.
«Si poteva fare di peggio? Il governo Musumeci, e quindi la nostra Sicilia, riesce nell’incredibile impresa di farsi bocciare 32 progetti su 32 – attacca il deputato regionale del Movimento 5 stelle Luigi Sunseri – Una vergogna a cui siamo, ormai, tristemente abituati a causa di una amministrazione regionale incapace di realizzare progetti meritevoli di finanziamento. Predisporrò un atto parlamentare ispettivo per comprendere le ragioni che hanno determinato la bocciatura da parte del ministero e per individuare le responsabilità di questo ulteriore fallimento. Contestualmente, però, continuerò a lavorare per migliorare l’efficienza dell’intero apparato regionale. La Sicilia, nei prossimi anni – va avanti Sunseri – sarà destinataria di ingenti risorse finanziarie. Non possiamo farci trovare impreparati per l’ennesima volta».
«Ridurre la bocciatura dei progetti a una mera bega politica e allo scontro medievale Nord-Sud non fa bene allo sviluppo di questa regione». Ad affermarlo in una nota è Coldiretti Sicilia. «Questa bocciatura è sconvolgente e arriva al termine dell’ennesima stagione in cui gli agricoltori hanno dovuto fronteggiare la siccità con irrigazioni di soccorso per salvare il raccolto – continua la nota -. Alla luce della situazione disastrosa in cui versano le condutture e gli alti costi dell’acqua tutto questo appare come una beffa. Lo stop è talmente tanto paradossale che ci auguriamo che possano essere recuperati soprattutto alla luce del fatto che i progetti per installare pannelli fotovoltaici, invece, vengono approvati immediatamente».
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