ORMAI NON HA PIU’ FRENI L’INFLUENZA DI QUESTA SETTA MASSONICA SULL’EUROPA. E LETTA SI DICE SODDISFATTO. NON E’ DIFFICILE CAPIRE IL PERCHE’…
Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia del trattato sulla costituzione della Forza di pronto intervento sottoscritto da cinque Paesi europei a disposizione per l’immediata utilizzazione nei punti di crisi che si dovessero presentare. Oggi ci soffermiamo sull’accordo europeo relativo all’Unione bancaria per il quale il presidente del Consiglio, Enrico Letta, dichiara la propria soddisfazione.
Un accordo parziale, che mette una toppa al sistema bancario vigente in Europa che rischia di fagocitare i depositi dei risparmiatori. Perché una toppa? Per la ragione che, non potendo fare della Banca centrale un’entità che assolva in pieno il proprio ruolo, cioè la Banca centrale – perdonate il bisticcio dei termini – le cose stanno esattamente così: la Bce è una Banca centrale a metà, nel senso che non può finanziare gli Stati europei.
Tutto questo mentre le banche private utilizzano i fondi della Bce per lucrare sui debiti degli Stati europei senza rischio di mercato e con margini di profitto che nessun mercato del credito potrebbe mai assicurare. Quindi le banche private si guardano bene dal concedere crediti alle famiglie e alle imprese.
Per ovviare a questa ‘anomalia’ l’accordo sul sistema bancario testé sottoscritto vuole rassicurare le banche sui prestiti alle imprese attraverso un sistema di garanzie. In cosa consiste l’accordo sull’Unione bancaria europea? Nella creazione di un fondo che in ogni Stato dovrà raggiungere nei prossimi dieci anni lo 0,80 per cento del montante depositi a garanzia dei depositi inferiori a 100 mila euro.
Poiché la materia è ostica a chi non è introdotto nel sistema bancario, abbiamo chiesto l’opinione di chi se ne intende. L’economista Lidia Undiemi ci ha cortesemente fornito la sua opinione ‘a caldo’.
A una primissima lettura – dice la professoressa Undiemi – questo accordo serve a disciplinare la crisi e rientra nel filone Mes e Fiscal Compact. Si colloca nella tendenza a dare vita a un sistema di regole parallelo a quello europeo mediante una serie di atti parziali finalizzati a disciplinare alcuni ambiti dell’Unione.
Il riferimento è al Tfu, il trattato sull’Unione, e al Tfue, il Trattato sul funzionamento dell’Unione.
Fare accordi parziali è legittimo – prosegue l’economista – ma non ci si può spingere sino a violare il diritto dell’Unione europea. E’ evidente che l’evoluzione dell’assetto istituzionale a cui stiamo assistendo va nella direzione di un progressivo abbandono dell’Unione europea, in quanto entità sovranazionale di riferimento degli Stati del continente, in favore di organizzazioni di diritto internazionale, nell’ambito delle quali il principio di parità tra le nazioni coinvolte rischia di cedere il passo alla regola del più forte. Va da sé che un giudizio più meditato lo potrò esprimere dopo una più attenta lettura.
Come si fa ad essere più chiari di così? Ebbene, se la prospettiva azzardata da Lidia Undiemi ha un fondamento, come fa il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a manifestare la sua soddisfazione per il compromesso raggiunto? A questo punto non è facile comprendere con quale visione dell’Europa il Governo italiano si appresta a presiedere l’Unione europea durante il semestre di propria competenza.
Le osservazione della dottoressa Undiemi, circa la sudditanza ad organizzazioni di diritto internazionale di taluni atti europei, confermano la nostra impressione sul Trattato relativo alla Forza di pronto intervento, ispirata dalla Nato.
Allora: a chi fa riferimento questo accordo bancario? Al Club di Bilderberg che non è un’organizzazione di diritto internazionale, ma un’associazione privata, seppure influentissima nelle strategie finanziarie globali?
A questo punto la domanda è d’obbligo: è questa l’Europa che vogliamo e per la quale tra qualche mese saremo chiamati a votarne il nuovo Parlamento? A questo proposito va sottolineato che anche con poteri assai limitati è l’unica istituzione europea che ci rappresenta e non è un caso che sull’accordo in questione il presidente, Martin Schulz, ha espresso qualche perplessità proprio in ordine alla rispondenza allo spirito e alla lettera dei trattati vigenti.
Invece Letta è soddisfatto. Hanno ragione i parlamentari nazionali grillini, allora, che in Parlamento lo definiscono in tutte le salse vicino al Clud di Bilderberg? Ma….
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