“Una serie d’incontri con parecchi oratori ma non molti ascoltatori, anche se divisi in due sale diverse. Una serie di discussioni su ciò che si potrebbe fare e su ciò che non si è mai fatto per lo sviluppo della città etnea, durante le quali i politici dell’amministrazione hanno esposto le loro proposte ed imprenditori ed esperti dell’information technology hanno parlato di ciò che fanno per rendere le proprie idee concrete. «Tolleranza, tecnologie e talenti, sono queste le parole chiave per uno sviluppo creativo – ha dichiarato Domenico De Masi, professore di sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma – Mi sembra che il sud stia vivendo un darwinismo al contrario, per cui da molti anni la parte migliore è costretta ad andarsene per cercare fortuna altrove, nel frattempo abbiamo creato una serie di stereotipi che dobbiamo stanare» ha concluso.
Occorre un’informatizzazione dei servizi al cittadino per l’imprenditore Andrea Vecchio, che afferma: «Basta con il clientelismo, non è possibile che per avere una concessione edilizia passino anni e anni». Una serie di proposte, dalla più semplice alla più complessa, ma come ci suggerisce un famoso detto tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e quindi si devono tenere in considerazione altri aspetti oltre quelli teorici, come quello economico che è tutt’altro che secondario alle idee delle “intelligenze”. Ci si lamenta sempre che i soldi a disposizione non sono mai sufficienti, il Comune, poi, ha i conti in rosso dal lontano 2004, ma in realtà i soldi ci sarebbero secondo Salvatore Mizzi, a capo del digital service innovation di Telecom Italia che ha sottolineato: «La Sicilia e in generale l’Italia sono costrette ogni anno a ridare i soldi che la comunità europea le aveva destinato per colpa dell’incapacità di selezionare le idee compatibili con gli standard d’attuazione». Anche Telecom ha presentato la sua idea innovativa: I think. Sulla falsa riga dei più famosi social network che vogliono mettere in comunicazione persone di tutto il mondo, questo progetto vuole mettere in comunicazione le aziende e le istituzioni. «È un progetto opening innovation – ha spiegato Mizzi – che vuole avvicinare imprese e istituzioni con un fondo privato delle imprese per l’analisi e l’avviamento delle idee, una cabina di regia che coinvolga le amministrazioni e progetti esemplari come la digitalizzazione degli uffici». (www.ithinkcatania.it). Già, la digitalizzazione potrebbe essere un punto di partenza per rendere Catania una città più smart come si è spesso ripetuto durante le conferenze, una città più facile da vivere, insomma. Se ne sente parlare da un po’ di tempo ormai, ma il lavoro negli uffici comunali si fa ancora a mano, compilando registri e carte che sarebbero meglio gestiti con un click. «Stiamo provvedendo – ha assicurato Maurizio Lanza, direttore generale del comune di Catania – Siamo in prima linea e dobbiamo dare delle risposte agli utenti, ai cittadini. Stiamo utilizzando un fondo di 2 milioni di euro che la regione ci ha dato non solo per rinnovare il parco computer, ma anche per cercare di avvicinare il cittadino alla pubblica amministrazione in modo più agevole, anche se al momento ci stiamo dedicando a dei settori particolari come l’urbanistica che ha un’importanza strategica e per il cittadino che per l’amministrazione». Vedremo se tra qualche tempo ci sarà ancora il mare tra il dire e il fare, come purtroppo siamo ormai abituati o se potremo vivere, almeno in futuro, in una smart city.
Catania città innovativa”. È questo l’argomento della terza giornata degli Stati generali organizzati dal comune di Catania svoltasi venerdì 19 marzo presso il cortile Platamone. Si tratta del tentativo di coinvolgere «tutte le parti attive della società catanese attraverso incontri e iniziative proposte», come si legge sul sito di riferimento e che ha l’obiettivo di «fare dialogare le intelligenze della città con quelle di tutto il mondo e collaborare attivamente con l’amministrazione comunale per migliorare Catania. Molto si può fare se c’è la volontà» ha affermato il sindaco Raffaele Stancanelli.
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