Shifting Stances, a Palazzo Riso la mostra sull’identità e i cambiamenti sociali

S’intitola Shifting Stances la mostra di fotografia contemporanea che il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Risodi Palermo e il Museo regionale Palazzo d’Aumale di Terrasini inaugureranno alle ore 18.00 di lunedì 1 luglio negli spazi di via Vittorio Emanuele 365, con preview per la stampa alle 16.30.

A promuoverla è la Fondazione Greece Needs Love di Atlanta in collaborazione con The Sir John Cass School of Art and Design, London Metropolitan University. La direzione artistica ela cura sono di Paola Leonardi e diLuca Lo Sicco di Leonvago.

L’identità e i cambiamenti sociali in un panorama di incertezza sociale e politica sono i temi sui quali si sono mossi 6 fotografi europei contemporanei – James Russell Cant, Lee Brodhurst Hooper, Yiannis Katsaris, Paola Leonardi, Tim van den Oudenhoven e Beata Stencel – le cui opere (circa 50) raccontano il punto di vista di ognuno di loro sul mondo, tessendo tutti insieme un percorso narrativo unico.

«Ho sposato questa iniziativa sin dall’anno scorso con il workshop fotografico e la mostra fotografica esposta al Museo d’Aumale di Terrasini – afferma la dott.ssa Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo –. Il tutto nell’ottica di condividere rapporti anche tra territori e luoghi diversi, così come nella filosofia del nostro Polo del Contemporaneo. Un esempio sono le residenze d’artista e gli scambi di residenze che hanno l’obiettivo di creare un dialogo culturale a 360 gradi su un territorio sempre più vasto. Per non parlare delle mostre realizzate nel passato, come “Nel mezzo del Mezzo” che vedeva la Sicilia al centro del Mediterraneo in un dialogo culturale che andava oltre le barriere o i muri che si vengono solitamente a creare. Perché la cultura crea ponti di dialogo e scambio. Collaborazioni come questa, che proviene da Atlanta e che dà vita alla mostra che inauguriamo l’1 luglio, sono sicuramente di grande stimolo per tutti noi».

«Quello che scoprirete – spiega la curatrice Paola Leonardi, presente anche con parte del suo lavoro in questa mostra – è il risultato del lavoro che tutti noi abbiamo fatto su cosa sia la personale percezione dell’identità in base al tempo e ai cambiamenti sociali in cui viviamo. Un percorso in divenire, che non si può fermare in quanto i cambiamenti sono continui. Scatti che congelano una realtà che non è proprio come quella che arriva al resto del mondo. C’è un’Europa a due velocità, con alcuni paesi che si stanno sviluppando parecchio grazie al fatto che hanno grandi possibilità mentre altri rimangono numerosi passi indietro perché non hanno opportunità. Ognuno di questi artisti racconta anche storie personali, processi migratori che non hanno niente a che vedere con quanto i media ci riportano».

«Quando penso a iniziative come questa – dice Luca Lo Sicco di Leonvago, presidente della Fondazione Greece Needs Love di Atlanta – penso a opportunità di scambio tra artisti internazionali e locali, guardando sempre con particolare attenzione agli studenti dei licei artistici, delle accademie e delle Università. Non potrò mai dimenticare l’esperienza dell’anno scorso, quando gli artisti della precedente mostra hanno creato sinergie e contatti che ancora proseguono con numerosi ragazzi. Gli stessi studenti ci hanno, poi, scritto: “Grazie per averci dato una speranza”. Quest’anno, che la mostra si potrà visitare per un arco di tempo molto più lungo, mi auguro che avvengano nuovamente tali magie. Grazie alla dott.ssa Valeria Patrizia Li Vigni si segna un’altra tappa nel percorso di crescita artistica e culturale che il Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo compie per connettersi e connetterci con il resto dell’Europa».

Sinergie, quelle a cui si riferisce il presidente della Fondazione Greece Needs Love che regala a Palermo quest’altra finestra sul mondo, grazie alle quali a settembre prenderanno vita dei workshop anche con i fotografi della precedente mostra, ai quali potranno partecipare sia gli addetti ai lavori sia coloro i quali vogliono conoscere il respiro che ha l’arte fotografica nel resto dell’Europa.

Ecco nello specifico le installazioni.

Divided To The Ocean di James Russell Cant presenta ritratti di persone che sono emigrate attraverso il mare in Inghilterra. Utilizzando il flusso delle maree come metafora del passare del tempo e dei cambiamenti personali, l’artista esplora la divisione tra spazio, luoghi e identità, con tutta la malinconia inerente al processo migratorio. L’artista ha utilizzato tecniche di lunga esposizione per fondere l’immagine dell’individuo con quella del mare, veicolo di transizione migratoria e personale, che contemporaneamente connette e divide i soggetti alle loro terre d’origine.

Sea/Change di Lee Broadhurst-Hooper rappresenta l’evoluzione del panorama sociale di Folkestone, città della costa inglese, punto di ingresso insieme a Dover nell’Unione Europea.

Variegata la comunità di persone ritratta da Hooper: artisti recentemente arrivati, attratti dal basso costo della vita e rifugiati giunti da Calais, che è a soli 30 km, cosi come gente che ha vissuto a Folkestone per generazioni. Una volta festosa mecca delle vacanze vittoriane, la città é stata colpita dalla recessione e dalle politiche governative di austerity, che insieme alla progressiva gentrificazione hanno sollevato tensioni sociali.

This Is How Low You Brought Me, For I Am In Love With You è una serie di fotografie scattate nel corso di 10 anni da Yiannis Katsaris, fotografo di origine greca naturalizzato cittadino britannico. Le immagini compongono una lirica d’amore per la sua Grecia, in cui la consapevolezza dell’inevitabile cambiamento della propria identità é discussa in relazione all’instabile scenario politico e sociale della penisola ellenica. L’artista s’interroga sulla propria condizione di espatriato, chiedendosi se, al ritorno in patria, sia lui stesso diventato un turista come tanti.

In Borderlands: The Edge Of Europe, Paola Leonardi ha meticolosamente documentato, durante un arco di tempo di 7 anni, aree remote ai confini dell’ Unione Europea. Camminando lungo i confini e seguendo linee tracciate sulle mappe, l’artista ottiene una visione comprensiva delle comunità che vi risiedono. Questa serie si concentra sulla connessione tra persone, territorio ed eventi storici, evidenziando l’importanza delle identità transculturali e transnazionali. Dal 2012 Leonardi ha seguito a piedi i confini tracciati sulle mappe, concentrandosi sulla connessione tra persone e territorio e l’importanza delle identità transnazionali e transculturali, esplorando la rilevanza dell’identità europea e il suo rapporto con i concetti di casa e appartenenza, memoria e territorio.

Con Vanishing Portrait, Tim van den Oudenhoven tratta i temi della dissolvenza e della transitorietà, in quanto Vanitas applicata all’arte e al medium stesso. La fotografia è sempre un punto di partenza nel suo processo artistico ma, attraverso la sperimentazione, i diversi media diventano un possibile punto finale. Nei suoi paesaggi notturni urbani, si esplorano gli spazi architettonici progettati per far sparire l’uomo in un generico labirinto di città. I suoi lavori multimediali si concentrano sulla ripetizione, un flusso di coscienza destinato a riflettere il suo personale interrogativo sulla sua arte.

Leva di Beate Stencel esplora la fragile transizione tra infanzia e adolescenza. Si tratta di una serie creata nel piccolo villaggio di Pelci, in Lettonia, che si concentra sulla giovane protagonista Ieva, personaggio principale che documenta come i dintorni e gli eventi modellano la sua identità e la influenzano. Lo scenario é quello di una Lettonia sempre più spesso abbandonata dai giovani che emigrano in cerca di lavoro.

Fonte: comunicato stampa

Stefania Brusca

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