Due fumate nere, visibili una in mattinata e l’altra intorno alle 22. E’ terminata con un nulla di fatto, in casa rosanero, l’ultima giornata della sessione invernale di calciomercato. Una giornata caratterizzata dai mancati arrivi di Sead Haksabanovic, jolly offensivo classe ’99, e dell’attaccante Samuel Di Carmine. Dopo il dietrofront del West Ham per il talento svedese naturalizzato montenegrino, un vero e proprio alter ego di Embalo ceduto lunedì al Brescia, il ds Lupo in serata ha dovuto prendere atto anche del ‘no’ del Perugia alla cessione del bomber fiorentino. Nome accostato con insistenza al Palermo nelle battute iniziali di questa sessione, uscito poi dai radar alla luce delle resistenze del club umbro, ma tornato d’attualità nella giornata di ieri durante la quale i rosanero hanno provato a cogliere un’opportunità e tentato un nuovo assalto sperando fino all’ultimo di rinforzare ulteriormente il parco attaccanti di Tedino con un profilo di grande spessore. Un giocatore come Di Carmine, appunto. Uno che in serie B rappresenta l’usato sicuro come dimostrano i tredici gol realizzati con la maglia del Perugia nella scorsa regular season in B e i tredici siglati finora in questo campionato.
E Di Carmine, sogno proibito per gran parte del mercato invernale, ieri è stato molto vicino al trasferimento in Sicilia. Lupo, in un primo momento, aveva trovato l’accordo sia con l’entourage del giocatore sia con la società umbra sulla base di un prestito oneroso con obbligo di riscatto variabile in relazione alla categoria (serie A o B) del Palermo nella prossima stagione (e una volta esercitata l’opzione da parte del club di viale del Fante il ventinovenne attaccante cresciuto nella Fiorentina avrebbe firmato fino al 2021), ma ad un’ora circa dalla fine del mercato è arrivata la doccia fredda. Di Carmine resta al Perugia. Il muro eretto a sorpresa dal presidente Santopadre, che ha respinto la prima offerta formulata dai rosa, è stato ‘consolidato’ successivamente dalla partenza del nordcoreano Han destinazione Cagliari, club che ad agosto lo aveva ceduto in prestito al Perugia. Non c’erano più le condizioni per un buon esito della trattativa. Per ragioni tecniche e anche ambientali, il Grifone dopo la cessione di Han non poteva privarsi di un altro attaccante. Uno che, peraltro, sposta gli equilibri e la cui partenza avrebbe certamente creato dei malumori nella piazza.
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