Quella coppa portata in trionfo in piazza Duomo? «Era solo un premio nostro». Un gesto «fatto per autocelebrare il lavoro degli ultimi sette anni». A rompere il silenzio è Mario Maniscalco, dirigente del cereo degli ortofrutticoli. Parole pronunciate due giorni dopo la sfida tra le candelore di pescivendoli e fruttivendoli andata in scena tra via Pardo e l’omonima piazza a ridosso degli archi della marina. Una competizione basata sulla resistenza all’insegna della tradizione che fa da cornice ai festeggiamenti di Sant’Agata.
Lunedì, però, i portatori si sono fatti prendere la mano, sforando i tempi previsti per la partecipazione alla processione dell’offerta della cera. In mezzo tanti momenti di tensione ma anche spintoni e insulti. Inutile pure il tentativo di mediazione del presidente del comitato dei festeggiamenti agatini Riccardo Tomasello. Arrivato tra i portatori, insieme a due vigili urbani, è stato costretto ad andare via poco dopo. Adesso, però, per le due candelore potrebbe arrivare una maxi stangata, come anticipato in un articolo pubblicato oggi da MeridioNews.
A fare discutere anche la presenza di un trofeo. Una coppa argentata con una targhetta che gli ortofrutticoli hanno alzato al cielo in pescheria, salvo poi portarla in trionfo in piazza Duomo sotto la statua dell’elefante, simbolo della città di Catania. Tomasello ha bollato quel cimelio come non autorizzato. «Non abbiamo vinto nulla – replica Maniscalco mostrando la coppa e la targhetta – Si tratta di un dono che ci siamo voluti fare all’interno della dirigenza per premiare il lavoro svolto dal 2013 al 2020».
Maniscalco, attraverso un video inviato a questa testata, annuncia anche che sarà il suo ultimo anno da dirigente. «Voglio anche scusarmi con i cittadini e con il presidente Tomasello. Quando è intervenuto in pescheria, sono stato poco cordiale nei suoi confronti».
Negli ultimi anni, non sono mancati altri casi che hanno riguardato il cereo degli ortofrutticoli. Lo scorso anno aveva fatto discutere la presenza di Gaetano Pellegrino, all’epoca condannato in primo grado per mafia, intento a ordinare ai portatori di fare ballare il cereo nel tratto compreso tra piazza Duomo e via Etnea. Nel 2015, il caso era scoppiato dopo una sosta fuori percorso nei pressi della casa del boss Massimiliano Salvo. Due anni prima, sempre alla pescheria, la sfida con i pescivendoli era terminata con una rissa.
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