Sette pazienti e un’infermiera contagiati. Al reparto di Neurologia dell’ospedale Cannizzaro la gestione di un uomo entrato il 18 marzo lascia strascichi che arrivano fino a oggi, quando è il sindacato Nursind a tirare fuori una questione di cui si era parlato alcuni giorni fa. Sono passate quasi due settimane dal giorno in cui un cittadino, in codice giallo, è arrivato al pronto soccorso con «rallentamento psicomotorio e incontinenza urinaria», oltre a una temperatura corporea di 37,3 gradi. Dopo i controlli e le visite, è arrivata la decisione del personale sanitario: era da ricoverare in Neurologia, per vederci più chiaro su quei sintomi.
L’indomani, quando la febbre è salita e ha superato i 38 gradi, la radiografia ha dato origine al sospetto poi confermato: il paziente era affetto da Coronavirus. Nel frattempo, però, era stato trattato come un cittadino non contagiato da Covid-19. Venerdì 20 marzo, all’esito positivo del tampone, il trasferimento al reparto di Malattie infettive e l’inizio dei test su tutto il personale di Neurologia.
Pochi giorni dopo, il 23 marzo, l’ospedale Cannizzaro diffonde la notizia di uno pneumologo, chiamato a fornire una consulenza, contagiato anche lui. Adesso la conferma alle accuse mosse dal sindacato degli infermieri: «Ieri veniamo a conoscenza che molti pazienti si sono infettati e alcuni infermieri sono in malattia». Secondo quanto risulta a MeridioNews, ci sono una infermiera positiva al coronavirus e sette pazienti che dal reparto di Neurologia sono transitati adesso in quello di Malattie infettive. «Nel frattempo – scrive il Nursind – i pazienti risultati infetti sono stati assistiti da altro personale che a questo punto potrebbe aver contratto il virus e a sua volta averlo trasferito ad altri».
Per questi motivi il Nursind chiede «l’immediata chiusura e sanificazione del reparto, l’esecuzione dei tamponi a tutti i dipendenti che non lo avevano eseguito e la quarantena con sorveglianza sanitaria di tutto il personale coinvolto».
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