«So già di essere in una piazza calda che non va stimolata, ma a cui bisogna offrire un po’ di spettacolo». Ha le idee chiare Karel Zeman, il nuovo allenatore del Gela, scelto dalla società biancazzurra per guidare la squadra. Il figlio di Zdenek Zeman spiega a Meridionews cosa lo ha portato ad accettare, nelle scorse settimane, l’offerta del club siciliano: «Era luglio inoltrato. Ero d’accordo con il Santarcangelo per proseguire, ma il presidente non era più convinto. Mi sono trovato oltre il 20 luglio senza squadra, quando è arrivata questa proposta ed essendo di origini siciliane, palermitane per la precisione, ho colto l’occasione di allenare nella mia terra». Una scelta fatta nonostante le incertezze che in precedenza hanno avvolto il futuro del Gela: «Ci sono stati dei problemi dal punto di vista politico più che calcistico – precisa Zeman -. Si tratta di una società ambiziosa e per questo per me si tratta di una buona chance».
Un destino segnato, quello del tecnico, che ha intrapreso la carriera di allenatore anche per il mestiere svolto dal padre: «Da quando sono nato ho sempre seguito le sue orme, le sue squadre e i suoi allenamenti – racconta -. Quindi sì, sono fortemente influenzato anche da quella che è la sua filosofia di lavoro e di gioco, poi però ogni persona è diversa. Non posso essere una sua copia, cerco di essere me stesso». Tutto ciò si riflette anche nel modo in cui ha condotto questi primi mesi di lavoro nella città del golfo: «La mia filosofia – va avanti Zeman – è quella di migliorarsi tutti i giorni. Non bisogna lavorare solo per se stessi, ma per tutta la squadra e per le persone che vogliono venire a vederci. Non vogliamo fare annoiare nessuno, il calcio deve essere uno spettacolo». Il tecnico, classe ’77, dimostra anche di tenere molto alle sue origini: «Mio padre ha conosciuto mia madre proprio a Palermo e lì io sono nato. Ho anche vissuto i miei primi anni di vita in quella città, quindi sono siciliano». Una delle questioni per cui Zdenek Zeman balzò agli onori delle cronache fu la sua posizione intransigente sul doping e i contrasti con la Juventus. Una posizione ripresa anche in parte da suo figlio Karel: «In generale io sono per il bene, per lo sport puro e leale. Questo me lo ha insegnato lui. In questo non cambierò mai, proseguirò sempre su questa linea».
Il tecnico ha collezionato diverse esperienze in serie C, guidando negli anni squadre come Fano, Reggina e Santarcangelo. Una scelta, quella di accettare una squadra di serie D, certamente non presa a cuor leggero: «Sicuramente per un allenatore è molto importante una categoria professionistica. Quando si scende nel dilettantismo, comunque, si provano a instaurare le stesse relazioni che si creano nel professionismo. È per questo che voglio portare una mentalità professionale». Adesso Zeman sarà alle prese con una squadra che affronterà il campionato di serie D: «L’obiettivo è quello di prendere un gruppo e migliorarlo giorno dopo giorno. Deve essere una crescita continua. Si parte dal settimo posto dell’anno scorso e sarebbe gratificante quantomeno migliorarlo».
Il Gela, così come tutte le squadre di D, non sa ancora quali saranno le avversarie presenti nel proprio girone. Questi, infatti, saranno stilati soltanto nei prossimi giorni e poi si procederà al sorteggio del calendario: «Non conosciamo ancora quali avversarie incontreremo. Sicuramente ci saranno le siciliane che solitamente sono più competitive rispetto alle calabresi. Forse possono avere qualcosa in meno rispetto alle campane come Turris e Sorrento». Infine, il tecnico biancazzurro dice la sua anche sull’intenzione della società di riportare la squadra nel professionismo: «Da parte della proprietà c’è sicuramente questa intenzione. I progetti a lunga scadenza con gli allenatori, però, funzionano poco. È un po’ un piacersi tutti i giorni e sperare che duri a lungo, ma l’esperienza insegna che ci sono occasioni in cui il rapporto dura poco. La società invece – conclude realisticamente Zeman – deve perseguire i suoi obiettivi fissi nel tempo».
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